da capo

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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 1 ~ pomeriggio inoltrato

    ~ dialogues: #FF007F
    ~ exp: 211.440 (30r100x2)
    ~ gold: 1500 mo (jewelry) + 3700 gld FN +
    ~ wears: cappotto blu, stivali di pelliccia bianca e guanti dello stesso colore, cappuccio calato sul volto.
    ~ armor: D1 (on)
    ~ weapons: pugnale (on)
    ~ ability: fiamme blu, controllo dell'attacco B
    ~ moves: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
    ~ stats:
    Atk D. 2.000+50% (fiamme blu) = 3.000
    Def D. 2.401+1/10 (armatura) = 2.201
    Atk 549
    Def 400+1/10 (armatura) = 440
    Vel 420
    EV 1.550/1.550



    Iris indossava un lungo cappotto blu di discreta fattura: nonostante gli anni passati tra le montagne non era più abituata a temperature tanto rigide e l'impulso di usare il suo dominio per poter sentire nuovamente le proprie mani era assai forte. La donna incrociò le braccia, facendosi avanti per unirsi alle poche persone che erano venute a dare l'ultimo saluto all'ambasciatore o, meglio, a ciò che ne restava. Un uomo sollevò il corpo carbonizzato di Kastien, disponendolo con cura sul fondo di una canoa. Iris sbirciò cautamente tra le falde del suo cappuccio, stando bene attenta a non incrociare lo sguardo con nessuno: sapeva bene che, se non il suo aspetto, i suoi occhi dorati l'avrebbero certamente tradita ed era una cosa che non poteva permettersi.

    Dopo quanto accaduto l'ambasciatore era stato dichiarato un traditore dell'Impero, spiegare perché l'Imperatrice in persona si trovava al suo funerale sarebbe stato quantomeno difficile. Il suo corpo carbonizzato, come la caduta del villaggio e la fuga dell'Avatar erano stati ridicolizzati da tutti gli organi di stampa ufficiali dell'Impero, mostrati come monito per chiunque altro decidesse di opporsi all'Impero, i prigionieri tenuti in vita per dimostrare la grande generosità dell'Imperatrice stessa e, a breve, sarebbero diventati i protagonisti di un processo mediatico di cui la donna già conosceva il verdetto. Un circo ad uso e consumo della massa incolta, che avrebbe assicurato all'Impero anni di pace e prosperità. Ma tutto questo... aveva un costo.

    La propaganda aveva evidentemente funzionato, considerando come ora tutti i presenti si aggiravano circospetti, nascondendo i loro volti in modo non troppo dissimile da Iris. Il rischio che qualcuno dei corpi di guardia dell'Impero venisse a sapere della loro presenza lì era alto, le conseguenze prevedibili quanto spiacevoli. Eppure, nonostante la sua campagna avesse ottenuto l'effetto auspicato, l'umore di Iris non aveva fatto che peggiorare di giorno in giorno. Tornare a palazzo non era stato esattamente come aveva immaginato: le Pupille ancora si aggiravano tra i vicoli della Capitale e, nonostante le rassicurazioni del capo della Guardia Imperiale, Iris aveva seri dubbi che potessero tenerle a bada. Lei ed Elanor le avevano scelte con cura. Nessuno tra coloro che non appartenevano all'Ordine poteva davvero capire la portata del loro addestramento. Era solo questione di tempo. Sapeva che prima o poi i falchi l'avrebbero trovata, avrebbero trovato i bambini. A quel pensiero Iris rabbrividì.

    La donna si voltò nervosamente verso il deserto di ghiaccio: era questione di poche ore, ma lasciare i bambini da soli non era la soluzione ideale. Certo, non poteva portarli con sè. Se fosse stata scoperta avrebbe dovuto combattere, non intendeva mettere i piccoli in pericolo in quel modo. Non poteva però nemmeno affidarli a Len Shu o ad un membro del suo esercito... come non poteva girare con una scorta. Avrebbe significato affidare nelle mani di qualcuno un pericoloso segreto. Nessuno doveva sapere.

    Tuttavia Kastien era un amico, per quanto traditore. E nonostante lui le avesse voltato le spalle quando lei aveva più bisogno di lui... meritava un ultimo saluto più dignitoso di quello che gli aveva pubblicamente riservato. Uno sincero, secondo le tradizioni della sua gente. Concederglielo era una questione d'onore, un rischio che sarebbe stato da vigliacchi non correre. Il pallido bagliore del sole stava ormai lasciando l'orizzonte e qualcuno accese una fiaccola.
     
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  2. Toph Beifong
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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 1 ~ pomeriggio inoltrato

    [(#5500FF0) EXP 16870 (30r100)][DENARO: 0 NdF + ABBIGLIAMENTO: mantello blu scuro che copre tutto il corpo con cappuccio, tunica pesante blu scuro con bordature in pelo bianco, pantaloni blu e stivali invernali blu][EV: 500, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna]

    Stats PG:
    Atk=1050
    Def=1250
    Vel=300

    Mosse caratteristiche-di scuola:




    Sho-Sho si aggirava fra i pochi presenti, con aria stanca e spossata. Gli ultimi giorni per lui non erano stati dei migliori, considerato tutto quello che era accaduto. La fuga dal villaggio, dopo le minacce dell'Imperatrice ed il suo tentativo di catturarli, era finita nel peggiore dei modi: Iris era riuscita a prendere, assieme alla maggior parte degli abitanti del villaggio, anche sua sorella, Sho-Lin. Lui e Shu-Lao si erano salvati forse per pura fortuna, non essendo l'esercito riuscito a trovare i loro gruppi.
    Avevano portato in salvo qualche decina di abitanti, lasciandoli poi a Reppublic City dove avrebbero iniziato da capo una nuova vita, perlomeno, al sicuro. Non era certo ciò che voleva all'inizio, il suo tentativo di evitare che gli abitanti si rivoltassero all'Impero, seppure all'inizio era sembrato andare tutto liscio, era finito nella più inaspettata delle maniere. E, seppure sapesse che la maggior parte della colpa dell'accaduto ricadesse su Iris, non poteva fare a meno di ritenersi responsabile.

    Indossava il lungo mantello blu che Kastien stesso gli aveva regalato qualche anno prima, quando era arrivato per la prima volta nel Tempio del Nord, e sotto di essi aveva i caldi abiti della tribù dell'acqua che gli erano stati donati durante il suo soggiorno là. Portava il cappuccio sul capo, atto a nascondere i suoi lineamenti. Come poteva prevedere, Iris e l'Impero avevano sfruttato la situazione al villaggio per schernirlo in ogni modo, raccontando la versione dei fatti a modo loro. Erano pure riusciti a fare passare Kastien per un traditore, e la cosa disgustava Sho-Sho come poche cose al mondo. Il dominatore dell'acqua, da sempre uno degli amici più cari dell'Imperatrice, era stato da lei stessa descritto come un traditore; quella donna aveva voltato le spalle ad una delle poche persone che le aveva voluto bene davvero. Ricordava bene gli sguardi e le parole del Maestro dell'Acqua quando parlava di lei, ed era uno dei pochi che facesse trapelare odio dalle sue parole, ma solo semplice dispiacere e delusione.

    Eppure Iris l'aveva ucciso, a sangue freddo. Se pensava che in quella donna potesse esserci qualcosa di buono, quell'azione gli aveva fatto completamente cambiare idea. L'Imperatrice non meritava nemmeno un briciolo della comprensione che aveva cercato di avere per lei fino a prima che uccidesse il dominatore dell'acqua. Inoltre, ora aveva anche sua sorella, tenuta in vita probabilmente per soli scopi politici, ed avrebbe dovuto salvarla, in un modo o nell'altro. Ma non sarebbe stato avventato come era stato fin'ora, questa volta no: avrebbe agito di astuzia, avrebbe trovato degli alleati sfruttando il suo titolo di Avatar, e l'avrebbe fatta pagare all'Imperatrice.

    Aveva saputo del funerale tramite la schifosa propaganda negativa dell'Impero, che perlomeno si era degnato di riportare il suo corpo nella sua tribù per dargli una degna cerimonia di addio. Nonostante andare lì in quel particolare momento non fosse la cosa più saggia da fare, con tutti gli uomini dell'Impero che probabilmente non avrebbero reagito per nulla bene alla sua presenza, doveva esserci. Lo doveva a Kastien, a tutto quello che l'uomo aveva fatto per lui. Stringendosi nel mantello ed abbassando il cappuccio sul viso ancora di più, si avvicinò alla canoa, osservando Kastien con gli occhi lucidi. Non sarebbe dovuta finire così, e sapeva bene che l'uomo era morto solo per salvare lui. Quello era un peso con cui avrebbe dovuto convivere per tutta la vita.
     
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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 2 ~ pomeriggio inoltrato

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    Forse fu percepire il suo elemento nella fiamma alle sue spalle o forse fu semplicemente quello che la fiamma significava: era ormai buio e di minuto in minuto le possibilità di essere riconosciuta diminuivano rapidamente, ma quel semplice fatto sembrò riuscire ad infonderle un po' di calore. Il sole era ormai scomparso oltre l'orizzonte, in una scena che la fece involontariamente tornare indietro nel tempo: quante volte aveva assistito a quello stesso tramonto, da quello stesso blocco di ghiaccio, certa che la sua vita sarebbe finita lì, che sarebbe scomparsa tra i ghiacchi del Polo, dimenticata dalla sua famiglia e dalla sua nazione?! Gli Spiriti sembravano avere una strana ironia.

    Era passata quella che sembrava essere una vita intera dagli anni del suo esilio. Ora sapeva che nessuno l'avrebbe dimenticata, il suo Impero le aveva assicurato un posto nella storia... eppure, nonostante tutti i suoi sforzi, invece che andare avanti verso il futuro che aveva sognato, sembrava essere tornata indietro. L'ultima volta che aveva guardato quella stessa distesa d'acqua aveva degli ideali per cui lottare. Cosa le era rimasto?

    Abbassò lo sguardo sul telo azzurro che ricopriva il corpo carbonizzato di Kastien, con una sensazione opprimente nel petto: era di nuovo sola, la Capitale un covo di arrivisti pronti a pugnalarla alle spalle; non c'era uno solo dei suoi amici di cui si fidasse davvero, aveva due figli che sapeva di non poter proteggere, l'unico amore della sua vita l'aveva lasciata da anni, molto prima che nascesse Sozin, prima ancora che nascesse Ilah. Antk non era già più se stesso quando lo aveva sposato eppure era andata avanti. Quando era stata costretta a rifugiarsi presso il Capo Tribù Leon pensava di avere toccato il fondo... ma l'esilio non era stato che il primo passo di una spirale discendente che l'aveva trascinata sempre più in basso... ed ora si trovava di nuovo lì, nel punto più remoto della terra. Che fosse un segno?

    Qualcuno le passò vicino ed Iris si riscosse. In silenzio raccolse una delle lanterne, messe a disposizione dei pochi presenti da "un anonimo simpatizzante". Avrebbe voluto poter fare di più per Kastien, ma avrebbe corso il rischio di attirare troppo l'attenzione: non era una cerimonia ufficiale e qualunque cosa abbastanza vistosa da attirare l'attenzione degli ufficiali di stanza in zona sarebbe stata qualcosa che l'avrebbe costretta a prendere ufficialmente posizione in qualità di Imperatrice, nell'unico modo possibile.

    Non era lì in quella veste, quel giorno, e non voleva essere costretta a prendere posizione come tale. Lasciò che l'uomo con la fiaccola si premurasse di accendere anche la sua lanterna, concentrando la sua attenzione sulla canoa per evitare che gli automatismi appresi dall'allenamento la tradissero, virando il colore delle fiamme. Attese che gli altri si fossero allontanati, prima di avvicinarsi a sua volta alla canoa. La sua statura la faceva somigliare ad una ragazzina, ma il suo incedere era evidentemente quello di una persona molto più matura; si accovacciò accanto al corpo, sfiorando il telo che lo ricopriva: "perdonami" gli sussurrò, tentando di stringere per un'ultima volta le sue mani, riuscendo a toccare solo qualche osso sconnesso.

    Rapida gli restituì un braccialetto che lui stesso aveva fatto incidere per lei molti anni prima, realizzato con le zanne di una foca-leone. Al suo interno si poteva ancora leggere quella stessa citazione che un tempo le aveva dato il coraggio di andare avanti: "Tutti i nostri sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli". Le rilesse distrattamente, accorgendosi di come quelle parole avessero perso il loro significato.

    Fu troppo, perfino per lei. Una lacrima le rigò il volto e Iris scoprì che lì, lontana da palazzo, dalla sua famiglia, dalle impietose macchine da presa e dal giudizio dei nobili... non le importava. Scoppiò allora in un pianto sommesso, coperto dal ritmico infrangersi delle onde contro il ghiaccio.
     
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  4. Toph Beifong
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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 2 ~ pomeriggio inoltrato

    [(#5500FF0) EXP 16950 (25r80)][DENARO: 0 NdF + ABBIGLIAMENTO: mantello blu scuro che copre tutto il corpo con cappuccio, tunica pesante blu scuro con bordature in pelo bianco, pantaloni blu e stivali invernali blu][EV: 500, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna]

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    Osservò da qualche distanza una delle sagome incappucciate accarezzare la salma di Kastien, lasciando su di essa qualcosa che non riuscì ad identificare, probabilmente un cimelio. La cosa lo rincuorò un poco, nonostante fosse stato definito un traditore dall'Impero, era evidente che qualcuno tenesse a lui, che capisse quale era il suo vero valore. Gli sembrò di sentire la figura singhiozzare, e decise di lasciarle la sua intimità con Kastien, lui si sarebbe avvicinato a porgere l'ultimo saluto appena la donna si fosse allontanata.

    Nei giorni dopo la sua morte, nei pochi momenti liberi che aveva avuto a causa della fuga e del dover mettere in salvo i pochi abitanti rimasti, aveva composto una canzone in suo onore. Era sua intenzione lasciare il pentagramma su una pergamena come regalo nella canoa, e di suonarla mentre questa si fosse allontanata, nella speranza che la canzone potesse in qualche modo raggiungere il suo spirito ed accompagnarlo, ringraziandolo.
    Sperava di poterlo rivedere prima o poi, in questa o nell'altra vita. Come Avatar, era anche il ponte fra il mondo dei terreni ed il mondo degli spiriti, seppure non avesse ancora idea di come comunicare con quest'ultimo.
    Era la parte mancante del suo addestramento, ed era sua intenzione trovare qualcuno che gli insegnasse come farlo, o iniziare il prima possibile ad imparare da autodidatta. Il suo maestro del dominio dell'Aria gli aveva insegnato qualche base anni prima, ma non era mai riuscito a destreggiarne l'arte.
    Forse, se fosse riuscito a farlo, sarebbe riuscito a parlare a Kastien nuovamente, a ringraziarlo per ciò che l'uomo aveva fatto per lui, per chiedergli perdono per il sacrificio che il dominatore dell'acqua aveva fatto in suo nome, salvandogli la vita.
     
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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 3 ~ pomeriggio inoltrato

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    Iris percepì una presenza alle proprie spalle, ma non reagì. La verità era che, in quel momento, nemmeno quello le importava: se qualcuno avesse deciso di pugnalarla alle spalle sarebbe, se non altro, servito a mettere fine al dolore che provava. Rimase immobile, singhiozzando sommessamente, ma non fu trafitta dal freddo di una lama, come si aspettava. Furono invece le braccia di qualcuno ad avvolgerla, senza cattiveria, ma con forza e determinazione. Iris distolse lo sguardo dalla canoa, scrutando tra le pieghe del suo cappuccio in cerca di un indizio che potesse spiegare quel gesto.

    Si trattava di una donna, una che Iris era ragionevolmente sicura di non conoscere e che con altrettanta certezza non aveva la minima idea di chi lei fosse in realtà. Lo sguardo dell'Imperatrice passò da disperato a sospettoso: perchè?! Quale ragione poteva aver portato quella perfetta sconosciuta a comportarsi in quel modo?! "Mi avete certamente scambiata per qualcun altro" gracchiò Iris, recuperando rapidamente il suo contegno, ma evitando prudentemente lo sguardo dell'altra.

    "Non ha importanza chi sei: siamo tutti qui per la stessa ragione, abbiamo tutti qualcosa in comune" spiegò la donna con voce spezzata, mentre il suo sguardo si posava a sua volta sulla canoa. Aveva già visto quello sguardo. Fu allora che Iris la riconobbe: si trattava di una delle guerriere di Deki, una delle traditrici che anni prima avevano tentato di togliere il potere al Capo Tribù Leon e che, per qualche ragione, sembrava essere sopravvissuta al loro attacco, molti anni prima. Iris la scansò bruscamente, afferrando nuovamente la sua lanterna prima di alzarsi in piedi. Venire lì era stata una pessima idea... cosa le era saltato in mente?! Era l'Imperatrice, non una ragazzina! Come aveva potuto lasciarsi trascinare a quel modo dai suoi sentimenti?!

    Aveva lasciato i suoi figli da soli, in pericolo, per piangere su un corpo carbonizzato. Era stata una mossa stupida. Debole. "Non ho niente in comune con voi" le sibilò Iris di rimando, esitando un istante. Avrebbe voluto rimanere sola con Kastien, avrebbe voluto che tutti gli altri sparissero, ma non avrebbe mai ottenuto ciò che voleva senza rivelare la propria identità, senza trasformare quell'ultimo addio nel suo palcoscenico. Allontanò rapidamente quel pensiero: Kastien meritava di meglio. Glielo doveva.

    Senza dire parola diede le spalle alla donna e si avviò a passo deciso verso il deserto di ghiaccio. C'era ancora qualcosa che le rimaneva: Ilah e Sozin. Non li avrebbe lasciati mai più soli. Per nessuno.
     
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  6. Toph Beifong
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    Osservò le due donne abbracciarsi, ma una delle due non sembrava per nulla contenta del gesto. Si alzò, e con voce imperativa e fredda allontanò l'altra in malomodo. Sho-Sho si immobilizzò quando sentì la voce, girando lo sguardo verso la donna incappucciata, attento e con le orecchie tese. No, doveva essersi sbagliato, era impossibile si trattasse proprio di lei. Iris non sarebbe mai venuta in quel posto dopo quello che aveva fatto, non da sola e senza scorta, non nel periodo in cui si trovavano.
    Era sicuramente la sua mente che gli giocava un brutto scherzo, preso dallo stress e dalla stanchezza della situazione e dell'ultimo periodo passato.

    La osservò allontanarsi, scacciando il sospetto che potesse essere proprio l'Imperatrice: anche se lo fosse stato, l'ultima cosa di cui aveva voglia in quel momento era un faccia a faccia proprio con lei, di nuovo.
    Era stato troppo a contatto con quella donna negli ultimi giorni, semplicemente in quel momento non aveva nemmeno voglia di pensare a cosa avrebbe dovuto fare se si fosse trattato davvero di lei. Anche volendo, non avrebbe potuto fare molto per fermarla, e la sua unica priorità in quel momento era onorare l'amico davanti a lui.

    Approfittò del fatto che la donna si fosse allontanata per avvicinarsi a sua volta alla canoa, riponendo con cura la pergamena della canzone di fianco al corpo carbonizzato del dominatore dell'acqua. "Ci incontreremo di nuovo Kastien prima o poi. Il tuo sacrificio non sarà vano. Grazie, amico, maestro...e perdonami... sussurrò in maniera tale che solo la salma potesse sentire, sperando che in qualche modo il suo spirito fosse lì in quel momento, e che lo stesse ascoltando, che non fosse adirato per ciò che le sue scelte avevano causato. Rimase qualche altro istante sopra la salma, osservandola, per poi alzarsi facendo qualche passo indietro e permettendo agli altri pochi presenti di dare l'ultimo saluto alla salma.

    Rimase qualche istante in silenzio, ed infine tirò fuori il flauto e cominciò a suonare la stessa melodia che aveva composto in nome dell'amico, la stessa riportata sulla pergamena. Nonostante si fosse promesso di non piangere più, nonostante fosse suo compito dimostrare di essere forte e sostenere gli altri, non farsi sostenere, non riuscì a trattenere qualche lacrima, che mentre suonava lentamente e dolcemente scese a rigare il suo viso. Continuando a suonare senza interrompersi, sperò che il cappuccio facesse il suo lavoro e che nessuno dei presenti se ne accorgesse.

    Ovviamente è da immaginare senza gli altri strumenti in sottofondo


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    Il suono di un flauto riempì il silenzio della landa di ghiaccio ed Iris rallentò il passo, riprendendo fiato. Ormai le luci delle lanterne non erano che piccoli punti di luce che si perdevano tra i riflessi della luna sulle onde. Era una musica triste, una canzone che Iris non aveva mai sentito, dalle tonalità insolite per degli abitanti delle tribù, eseguita con sentimento, tanto che riuscì a strappare ad Iris un sorriso triste: Kastien meritava tutto questo. Meritava molto di più. Se solo... Iris strinse i pugni e scosse la testa, allontanando i dubbi dalla propria mente con il pensiero di Ilah e Sozin. Dovevano andarsene da lì, alla svelta.

    La grotta naturale dove li aveva lasciati non era ancora molto lontana. Si costrinse ad ignorare il suono del flauto, il dispiacere di non essere potuta rimanere fino all'ultimo istante, il dolore per ciò che era stata costretta a fare al vecchio amico e nascose ogni cosa nel profondo del suo cuore, avanzando a passo deciso.

    "Ilah?" chiamò, infilando la testa nella grotta di ghiaccio. Il debole bagliore di una fiamma proveniva dal fondo dell'apertura naturale, lì dove il ghiaccio lasciava posto ad una lastra di roccia. Qualcosa si mosse nella penombra. "Mamma?" rispose la voce assonnata della ragazzina "eravamo dell'opinione che codesta cerimonia si sarebbe protratta più a lungo" borbottò Ilah, raddrizzandosi immediatamente prima che sua madre potesse accorgersi di come, nella sua veglia, fosse scivolata sempre più in basso, minacciando di addormentarsi.

    Iris raggiunse la figlia, accanto a lei, avvolto in una pesante coperta, Sozin era già nel mondo dei sogni: "Prendi le tue cose, ce ne andiamo" sussurrò la donna con una certa urgenza nella voce, ma stando bene attenta a non alzare il tono, nel timore di svegliare il bambino. Ilah esitò: "è successo qualcosa?" si informò, accorgendosi mentre pronunciava quelle stesse parole di quanto tutto ciò fosse inappropriato per una persona del suo rango; le era stato dato un ordine, ciò che aveva fatto era estremamente maleducato e fuori luogo. "Mi dispiace" si corresse, prima che sua madre potesse protestare.

    Iris, tuttavia, non disse niente, limitandosi a raccogliere Sozin da terra per stringerlo a sè. Il bambino si aggrappò a lei nel sonno, le sue manine le sfiorarono il volto e, per qualche istante, i pensieri che la tormentavano incessantemente sembrarono decidere di darle pace. Iris sorrise, intenerita: no, non avrebbe permesso a nessuno di fare del male ai suoi bambini... e se qualcun altro avesse dovuto morire perché potesse garantire loro una vita felice... peggio per lui. "Non preoccuparti, non è compito tuo farti carico di quanto accaduto" disse ad Ilah con voce gentile, tirandole il cappuccio sul capo e sistemandole la sciarpa in modo da coprirla il più possibile.

    Ilah la lasciò fare, ma non appena sua madre si voltò per uscire dalla grotta si sistemò nuovamente la sciarpa, togliendosela dal naso, in modo da riuscire a respirare: conosceva sua madre da... praticamente da tutta la sua vita e aveva passato anni sotto la sua guida esclusiva: per quanto ora la donna si sforzasse di non darlo a vedere, Ilah aveva riconosciuto il suo sguardo, quello stesso sguardo che le era stato insegnato a tenere quando era sul punto di scoppiare in lacrime ma non era dignitoso farlo... ma come poteva non essere dignitoso, se lì non c'era nessuno? Doveva forse dirlo alla mamma?

    Il piccolo dirigibile con il quale avevano raggiunto la costa non era lontano, ben nascosto sotto un telo, ricoperto di neve: un vecchio trucco che Iris aveva appreso proprio lì... ma questa volta la donna non permise ai ricordi di sfiorarla: la sicurezza dei bambini era più importante.
     
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  8. Toph Beifong
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    picpiccola

    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 4 ~ pomeriggio inoltrato

    [(#5500FF0) EXP 17350 (30r100x2)][DENARO: 0 NdF + ABBIGLIAMENTO: mantello blu scuro che copre tutto il corpo con cappuccio, tunica pesante blu scuro con bordature in pelo bianco, pantaloni blu e stivali invernali blu][EV: 500, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna]

    Stats PG:
    Atk=1050
    Def=1250
    Vel=300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    Finì di suonare la canzone, le poche lacrime che aveva versato non riuscendo a trattenersi avevano creato una piccola riga gelida sul suo viso. Strofinò leggermente la mano sul viso per rimuoverne ogni traccia, per poi riporre il flauto sotto il mantello. Lasciarsi andare alla tristezza a volte era giusto, era liberatorio, in particolare in momenti come quello, ma non avrebbe permesso che quel sentimento perdurasse, o che condizionasse in qualche modo i suoi obiettivi, il suo scopo.

    Doveva salvare Sho-Lin, trovare alleati e cercare di fermare Iris, in un modo o nell'altro. Questo era quello che Kastien avrebbe voluto, ed avrebbe onorato la sua memoria in questo. Al momento non sapeva bene da dove iniziare, ma avrebbe trovato un modo per farlo, grazie anche all'aiuto di Shu-Lao.
    Non sapeva se contattare o meno il Loto, l'idea non lo esaltava per niente ma era una delle possibilità che aveva considerato, le altre erano quelle di farsi pian piano una nomea fra i piccoli villaggi, aiutando nelle piccole cose quotidiane, cercando di contrastare in qualche modo la propaganda negativa che l'Impero stava facendo nei suoi confronti. Inoltre, era sicuro che là fuori ci fosse qualche nobile, magari qualche rivale di Iris, che fosse disposto ad appoggiare la sua causa.

    Una sola cosa in tutta quella situazione gli creava un forte dispiacere: Ilah. Seppur fosse stato con lei per poco tempo, si era estremamente affezionato alla ragazzina, quasi fosse per lui una sorella minore. Era convinto che fosse diversa da Iris, anche se non sapeva come fosse l'Imperatrice da bambina, era convinto che con un'educazione di tipo diversa, non quella che le stava impartendo la madre, sarebbe potuta essere una perfetta Signora del Fuoco, forse persino una perfetta Imperatrice, che avrebbe potuto davvero garantire la pace al mondo intero, e non seminare distruzione senza mai mettersi nei panni altrui come Iris.
    Eppure, temeva che stando con lei sarebbe diventata una sua piccola copia: per quanto potesse essere intelligente, era sua madre e gli era stato chiaro fin da subito quanta influenza la donna avesse nei suoi confronti. Ma ci avrebbe pensato quando fosse stato il momento di pensarci, adesso aveva altre priorità.

    Rimase in attesa che la cerimonia finisse, osservando le altre persone con occhiate curiose, seppure in realtà vi fossero ben poche persone presenti. Per quanto Kastien fosse benvoluto, forse la paura di essere catalogato dall'Impero come simpatizzanti di un traditore aveva impedito a molta gente di presentarsi.
     
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    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 4 ~ pomeriggio inoltrato

    ~ dialogues: #FF007F
    ~ exp: 211.970 (15r50)
    ~ gold: 1500 mo (jewelry) + 3700 gld FN +
    ~ wears: cappotto blu, stivali di pelliccia bianca e guanti dello stesso colore, cappuccio calato sul volto.
    ~ armor: D1 (on)
    ~ weapons: pugnale (on)
    ~ ability: fiamme blu, controllo dell'attacco B
    ~ moves: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
    ~ stats:
    Atk D. 2.000+50% (fiamme blu) = 3.000
    Def D. 2.401+1/10 (armatura) = 2.201
    Atk 549
    Def 400+1/10 (armatura) = 440
    Vel 420
    EV 1.550/1.550



    "Reggilo un attimo, per favore" disse Iris, lasciando Sozin tra le braccia di Ilah. Il bambino continuava a dormire placidamente e Ilah non poté fare a meno di pensare che era quasi carino, visto così, quando non urlava a squarciagola, correndo come un matto ed infilandosi in ogni angolo, rendendole il compito di proteggerlo se possibile ancora più complicato. Era così piccolo e fragile...

    Iris non perse tempo, strattonò il telo con decisione, liberandolo dalla neve, mentre si guardava intorno con aria circospetta. In lontananza si sentiva ancora il suono del flauto, ma Iris sapeva bene che, di lì a poco, la cerimonia si sarebbe conclusa. Maledisse nuovamente l'istante in cui aveva deciso di andare fino al Polo, rendendosi conto solo in quel momento della follia che aveva compiuto. "Vieni" disse ad Ilah, prendendole Sozin dalle braccia per aiutarla a salire a bordo e, nel momento in cui le porse la mano, si accorse anche di un'altra cosa: Ilah era cresciuta ancora. Presto sarebbe diventata alta quanto lei; era una sensazione strana.

    Ilah notò un'ombra nello sguardo di sua madre. Era evidente che qualcosa fosse andato storto quella sera e avrebbe voluto poterla rassicurare in qualche modo: quando suo padre se n'era andato gli aveva promesso che si sarebbe presa cura della mamma, che avrebbe fatto in modo di renderla felice, eppure la mamma non sembrava affatto felice: non lo era stata nella casa tra le montagne, non lo era ora che erano tornati tutti quanti a palazzo e Ilah cominciava a chiedersi se non fosse stata proprio lei la causa di ogni problema. E se suo padre fosse stato in errore?! E se non fosse stato lui la causa del problema, come invece pensava?

    Prima che Ilah potesse terminare quel pensiero, il ghiaccio si illuminò dell'azzurro spettrale di una delle fiamme di sua madre e il pallone del dirigibile cominciò a gonfiarsi. La donna depose Sozin sul fondo della cesta, osservando Ilah con attenzione. "Quell'espressione corrucciata non ti si addice: stenditi, riposa, sarà un lungo viaggio... siete al sicuro, ora" mentì, non abbastanza bene perché la figlia non se ne accorgesse. Ilah si morse la lingua, incapace di dare voce a ciò che realmente pensava: papà le mancava, le mancava Sho-Sho... anche se quello che aveva fatto era sbagliato. E nonostante sapesse che simili pensieri non le si addicevano... non riusciva a tenerli lontani da sè. Non sarebbe riuscita a dormire, già lo sapeva.
     
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  10. Toph Beifong
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    picpiccola

    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, POST 4 ~ pomeriggio inoltrato

    [(#5500FF0) EXP 17400 (15x50)][DENARO: 0 NdF + ABBIGLIAMENTO: mantello blu scuro che copre tutto il corpo con cappuccio, tunica pesante blu scuro con bordature in pelo bianco, pantaloni blu e stivali invernali blu][EV: 500, ABILITA': nessuna ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna]

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    Atk=1050
    Def=1250
    Vel=300

    Mosse caratteristiche-di scuola:



    Era ormai ora. Tutti i presenti avevano lasciato gli ultimi saluti al dominatore dell'acqua, chi con delle parole, chi con delle carezze, chi con dei cimeli, chi con dei semplici sguardi. Dubitava sarebbe arrivato qualcun'altro. Due uomini anch'essi incappucciati si avvicinarono alla canoa, preparando il corpo per il suo ultimo viaggio.
    Liberarono la piccola imbarcazione dalle corde che la tenevano legata e, sfruttando il dominio dell'acqua, cominciarono a smuovere le maree in maniera tale che portassero la canoa a largo. Era la prima volta che Sho-Sho assisteva ai funerali di una delle tribù dell'acqua, e la cosa lo lasciava alquanto affascinato, in qualche modo. Fra i dominatori della terra era usanza lasciare riposare i defunti sotto la terra stessa, luogo considerato più sicuro in assoluto, ma allo stesso tempo per i dominatori dell'acqua il mare ed i ghiacci dovevano rappresentare la stessa cosa.


    La luce ormai era poca, e non servì molto tempo prima che la salma scomparisse dalla sua vista, completamente immersa dall'oscurità e dalle acque. Sho-Sho rimase un paio di minuti ad osservare l'orizzonte mentre le altre persone presenti cominciavano man mano ad allontanarsi, porgendo l'ultimo saluto al suo maestro.
    Infine si girò anche lui, la tristezza presente nel suo viso fino a pochi istanti prima sostituita da determinazione. Aveva molti obiettivi al momento, e doveva focalizzare tutte le sue attenzioni su di essi. Liberare Sho-Lin era in cima alla lista delle sue priorità: la sorella l'aveva seguito per aiutarlo, e come risultato era finita intrappolata in una guerra che non le apparteneva. Era sua responsabilità e di Shu-Lao liberarla il prima possibile, era convinto che Iris non l'avrebbe uccisa, politicamente e strategicamente era molto più conveniente per lei averla viva.
    A grandi passi si allontanò verso il villaggio, nel quale avrebbe passato la nottata. L'indomani mattina all'alba sarebbe salito nuovamente su una nave e tornato nel Regno della Terra, dove avrebbe cominciato a pianificare le sue prossime mosse.


    Visto che Iris era andata via, ho concluso la cerimonia, tanto dubito che qualcun'altro posterà
     
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    FacciaDiSirniq2
    ANNO 21, MESE 6, GIORNO 10, Pomeriggio inoltrato

    Color: #d33242 Exp: 390 (15r50)
    Abbigliamento: Cappotto pesante blu, pantaloni blu scuro e stivali invernali blu. Mantello con cappuccio che copre tutto il corpo, color blu scuro e con bordature in pelliccia nera.
    EV: 300 Abilità: Nessuna Armatura: Nessuna Armi: Nessuna

    Stats PG:

    AtkD= 700
    DefD= 700
    Vel= 300


    Mosse caratteristiche-di scuola:

    - Getto d'acqua C
    Il dominatore fa eseguire all'acqua un incerto movimento circolare e la scaglia contro l'avversario
    Attacco: 15 / Difesa: 0 / Velocità: 15

    Livello 2
    - Fascia d'acqua C
    Il dominatore crea una lieve ma ampia fascia d'acqua davanti a se che lo protegge dagli attacchi avversari
    Attacco: 0 / Difesa: 15 / Velocità: 20

    Livello 3
    - Frusta d'acqua B ( elimina l'apprendimento della mossa: Frusta d'acqua C )
    Il dominatore crea una frusta d'acqua e la usa per attaccare l'avversario
    Attacco: 20 / Difesa: 0 / Velocità : 30



    Sirniq assistette da debita distanza e col volto nascosto dal cappuccio allo svolgersi del funerale, osservando in silenzio i pochi presenti alla cerimonia. Malgrado dopo la riunione di cinque anni prima non avesse più avuto alcun rapporto con Kastien o con gli altri membri del Loto Bianco, Sirniq aveva comunque deciso di assistere alla cerimonia. Principalmente perché la tragica modalità della morte dell'ex ambasciatore aveva colpito Sirniq, tanto da spingerlo a voler rendere omaggio all'ex compagno del Loto Bianco. Il dominatore dell'Acqua si trovò a riflettere sulle ultime parole che aveva scambiato con il defunto. "Povero Kastien avevi proprio riposto male la tua amicizia." pensò Sirniq con cupa ironia. "Chi se lo sarebbe mai immaginato che alla fine ti saresti reso conto che non si può intavolare discussioni con Iris, peccato tu ti sia mosso avventatamente, se anni fa mi avessi dato retta forse adesso saresti ancora vivo. Però sei stato coraggioso questo te lo devo riconoscere, è anche per questo che sono qui." Un fatto inaspettato lo distrasse dalle sue riflessioni, una donna incappucciata si chino per toccare il corpo del defunto e dopo essere stata abbracciata da un'altra donna li presente, la figura misteriosa si allontanò rapidamente dal luogo del funerale, da quella distanza e con il volto coperto era impossibile per Sirniq capire chi fosse la donna. "Strano... Che avesse un'amante? Kastien non mi sembrava il tipo da relazioni segrete." si ritrovò a pensare l'uomo, mentre intanto qualcuno stava iniziando a suonare una triste melodia al flauto al termine della quale la canoa con il corpo del defunto fu spinta in mare aperto. Sirniq osservò la canoa che spariva all'orizzonte nella luce morente del pomeriggio. "Addio Kastien, spero che nella prossima vita tu sia più ragionevole." mormorò Sirniq in tono distaccato, per poi voltarsi dando le spalle al mare e incamminandosi tra i ghiacci mentre il cielo si oscurava rapidamente.

    Scusa l'ora assurda del post, ma stamattina avevo la levataccia. Comunque ho anche messo l'intestazione nuova, spero che vada bene.


    Edited by Endriù - 24/2/2022, 00:04
     
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