L'esodo tra i ghiacci

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  1. Aivlisaki
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    Saki
    ~Codice colore: #802B00
    ~Exp: 1000 (38r100)
    ~Denaro: banca
    ~Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    ~Abilità: /
    ~Armatura: /
    ~Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

    Stats PG
    Livello 6
    Atk 450
    Def 450
    Vel 300
    EV 585

    Da distribuire: 100 P

    Mosse caratteristiche/di scuola:
    -
    -
    -


    Anno 16, Mese 7, Giorno 11, pomeriggio, POST 9


    Mentre Saki continuava a girare come una trottola in mezzo alla neve, Sigurd la rimproverava e dava consigli. Si chiedeva come potesse non sorprenderlo quella distesa di ghiaccio infinita, spezzata solo dalla presenza di quel villaggio. Forse, e probabilmente, già conosceva questi paesaggi, o almeno ne aveva sentito parlare in qualche strano racconto o leggenda. Prima di partire, non avrebbe avuto neanche lontanamente l'idea di potersi ritrovare al Polo. Il ragazzo le propose di comprare cibo e vestiti più pesanti. Le faceva la ramanzina e le dava lezioni di vita a cui Saki rispondeva senza farsi notare con smorfie, imitandolo. "Ma cosa sei? Mia mamma? Non eri tu che volevi che ti seguissi e basta?" lo provocò. Poi, sicura di sè e piuttosto seria da come si era dimostrata finora terminò dicendo "So badare a me stessa." Gli voltò le spalle e ridendo a crepapelle ricominciò a correre intorno ai blocchi di ghiaccio, cercando di avvicinarsi al villaggio. Aveva freddo, lo sentiva entrare nelle vene e nelle ossa, che cominciavano a dolerle, specie sulle gambe in movimento. Percepiva anche la morsa della fame, il suo stomaco già da ore reclamava cibo, senza risultato. Avrebbe dato la precedenza forse ai vestiti, era una sensazione insopportabile. Quel clima non poteva essere paragonato minimamente a quel luogo sconosciuto. Quei granelli di neve però, le ricordavano quelli della sabbia chiara dell'isola, che brillava alla luce del sole. Anche le zone ghiacciate del Polo luccicavano ai raggi del sole, l'unica somiglianza e speranza a cui si reggeva la ragazzina. Scivolando per piccole montagnole candide, incontrando pinguini e riconcorrendoli fino allo sfinimento di entrambi, giunse finalmente all'entrata della cittadina. Naturalmente Saki rimase letteralmente basita. Ma non è possibile! Case di... neve? Inutile commentare la sua faccia perplessa che squadrava da capo a piedi ogni singolo abitante, con i tipici abiti di pelliccia e di colore azzurro, con molteplici sfumature di tal colore. Decise di provare a tuffarsi dentro quella gente così diversa da lei, che la osservava attentamente e commentavano i suoi vestiti così leggeri, il suo aspetto così strano, con quei capelli rossi e la carnagione così chiara. Udiva alcuni bisbigliare qualcosa a proposito della sua casa, della Nazione del Fuoco e non sembravano parlarne tanto bene. Saki si sentiva decisamente fuori luogo e quella sgradevole sensazione di avere tutti gli occhi puntati addosso la faceva sentire a disagio, ma ancora di più le faceva salire una rabbia furiosa, tanto che lanciò un grido, per poi ritornare sui suoi passi. Cercò quindi a destra e a manca, qualche strano edificio, se così si poteva definire, nel tentativo di trovare qualcosa che potesse assomigliare ad un negozio di vestiti o di prelibatezze. Di punto in bianco si fermò. L'aveva trovato. Un negozio di vestiti adatti a lei. Già pregustava il dolce calduccio di quel pelo che ai suoi occhi sembrava tremendamente soffice. Si volse per parlare a Sigurd, che ovviamente non c'era. Si era totalmente dimenticata di averlo lasciato indietro. Si schiaffeggiò la faccia con una mano. Ecchecavolo.
     
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6 replies since 2/3/2013, 17:45   138 views
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