L'esodo tra i ghiacci

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  1. ¬Gimodef™
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    ANNO 16, MESE 7, GIORNO 5 POST 8 // Pomeriggio
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    Colore dialoghi: #0093DD
    Exp: 1040 (43x100)
    Denaro: 200 DEPOSITATO: *Click*+
    Abbigliamento: indossa una tradizionale casacca blu coperta da un cappotto aperto di una tonalità più scura, entrambi sono decorati con arzigogoli azzurri. I pantaloni, più chiari, riprendono il colore degli stivali di foggia classica decorati con strisce di un blu più chiaro.: D1 (off)

    Stats:
    exp: 940
    LV: 5
    Atk D. 700
    Def D. 500
    Atk //
    Def //
    Vel 300
    EV 500

    Mosse dominio:

    - Getto d'acqua C
    Il dominatore fa eseguire all'acqua un incerto movimento circolare e la scaglia contro l'avversario
    Attacco: 15 / Difesa: 0 / Velocità: 15

    - Lama d'acqua B (mossa a stretta distanza)
    il dominatore colpisce l'avversario con una porzione d'acqua resa tagliente come una lama
    Attacco: 15 / Difesa: 0 / Velocità: 30

    - Punte di ghiaccio
    Il dominatore lancia contro l'avversario una raffica di piccole punte ghiacciate
    Attacco: 5 / Difesa: 0 / Velocità: 40

    - Guarigione C
    Il dominatore cura se stesso o un compagno grazie all'arte medica del dominio dell'acqua
    Attacco: 0 / Difesa : 0 / Velocità : 0
    EFFETTO: I tuoi PV o quelli di un compagno vengono ripristinati di 100 unità / Puoi usare questa mossa solo 3 volte per combattimento

    - Frusta d'acqua A ( elimina l'apprendimento di : Frusta d'acqua B e Frusta d'acqua C )
    Il dominatore crea una potente frusta d'acqua e la usa per attaccare l'avversario
    Attacco: 40 / Difesa: 0 / Velocità: 20






    Sigurd aveva seguito la ragazzina senza fiatare e l’averlo risparmiato gli fu di provvidenziale aiuto quando dovette aumentare il passo per starle dietro dato che si era messa forsennatamente a correre. Il loro arrivo al porto era stato accompagnato da un progressivo rallentamento e poi da una piccola pausa durante la quale Saki si era limitata a fissare le navi e poi, con disappunto, procedere verso quella che si trovava all’estremità opposta alla loro. Ancora una volta Sigurd le stette dietro senza aprir bocca. Sbrigati gli affari con uno dei marinai riuscirono ad ottenere un posto dove sedersi e aspettare impazienti la partenza dell’imbarcazione che avvenne, dopo poco, accompagnata da un sospiro di sollievo dai due fuggitivi. Si sedettero entrambi osservando l’orizzonte dall’oblò quando Sigurd si sentì toccare il braccio destro e stava quasi per smuoversi violentemente per liberarsi quando si accorse che la bambina si era addormentata addosso a lui. Non gli capitava una cosa del genere da quando era molto piccolo e aveva ancora un rapporto affettuoso con le sue sorelle, e si sentì immensamente fuori luogo. Si sarebbe scostato ma aveva il timore di poterla svegliare: probabilmente lei non dormiva da ventiquattro ore e tutto quello stress, combattimento compreso, non avevano sicuramente giovato alla situazione. Aveva passato un paio di ore in quella posizione, aspettando che il sole scendesse un altro po’ e poi decise di svincolarsi sollevandola lentamente e poi adagiandola delicatamente sul piccolo giaciglio che era stato predisposto in quella cabina. La guardò per un attimo quasi intenerito e decise di uscire da quel luogo. Sovraccoperta si sentì finalmente libero di nuovo, il senso di oppressione dovuto al contatto prolungato era scomparso e si godette l’aria e la frescura sollevata dall’infrangersi dell’acqua contro la carena della barca. Si avvicinò sempre di più al parapetto e prese a giocare con un po’ di liquido che era finito sul pontile facendolo spostare velocemente da un lato all’altro e congelandola a metà strada per poi scioglierla immediatamente di nuovo. Passò in quel modo una mezz’oretta e poi decise di fare un giro della nave per vedere con chi si fosse imbarcato notando che non c’era molta gente. Restò però colpito da un alto uomo vestito dall’aspetto stranamente militare con i classici abiti della Nazione del Fuoco che sembrava chiedere informazioni agli altri naviganti su un qualcosa che non aveva ben percepito. Impossibile che i genitori di Saki si fossero già accorti della sua mancanza e ancora più improbabile era il fatto che fossero già stati in grado di mandare qualcuno sulle loro tracce. O meglio, probabilmente si erano ormai accorti della fuga ma non potevano già essere intervenuti. Di essere lui non sapeva ancora nulla di preciso su di lei ma non pensava di aver pestato i piedi a una famiglia così potente. No, stava sicuramente esagerando. Stava diventando paranoico e probabilmente era solo colpa della stanchezza arretrata. Tornò velocemente in cabina, aprì lentamente e senza preoccuparsi se la bambina stesse ancora dormendo disse ad un tono di voce sufficientemente alto per essere sentito all’interno ma non all’esterno: "C’è un soldato della Nazione del Fuoco. O meglio c’è probabilmente un soldato della Nazione del Fuoco.. Non sono sicuro perché non veste la divisa ma ho il timore di aver perso troppo tempo sull’isola. Mi dispiace ma siamo costretti a restare qui dentro, correremmo troppi rischi a stare fuori, dobbiamo resistere solo qualche altro giorno." E concludendo chiuse la porta a chiave e, per essere ancora più sicuri, dopo aver prelevato poca acqua da un bicchiere, pieno di un liquido inquietantemente giallo, che si trovava lì dentro da prima del loro arrivo e congelò la serratura .

    Edited by ¬Gimodef™ - 3/3/2013, 12:27
     
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    Saki
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    ~Denaro: banca
    ~Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
    ~Abilità: /
    ~Armatura: /
    ~Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)

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    Anno 16, Mese 7, Giorno 11, pomeriggio, POST 8


    Per Saki tutto il viaggio era stato un vero e proprio tormento. Prima di tutto, appena svegliatasi da un sonno lunghissimo si era disperata all'idea di dover restare rinchiusa in quella cabina per quasi una settimana. Per lei, così vivace e ribelle era come togliere l'aria. Aveva quindi protestato gridando e scalciando, finchè, con l'esasperazione di Sigurd, aveva finalmente avuto il permesso di poter uscire di tanto in tanto. Le preoccupazioni del compagno erano oltretutto infondate: l'uomo che aveva incontrato il primo giorno non era affatto suo padre, ma probabilmente un suo conoscente; Saki infatti riconosceva nel suo un volto vagamente familiare. Per sei giorni rimase rinchiusa in quella che definiva essere una prigione, brontolando ed esaurendo ben presto la pazienza di Sigurd. Spesso avvertì degli strani malori, scoprendo di soffrire non poco i mezzi di trasporto e questi erano attimi preziosi di tranquillità per il giovane, poichè la ragazzina se ne stava seduta immobile con una strana smorfia in viso e si massaggiava delicatamente la pancia. Come previsto, presto finirono anche le scorte: le pagnotte da lei rubate a casa non potevano bastare per più di cinque giorni, anche se consumate lentamente. Il sesto giorni Saki rimase quindi nuovamente a digiuno e, ascoltando i fastidiosi lamenti del suo stomaco, si pentì amaramente di tutte quelle volte che aveva saltato i pasti come auto punizione. Le sembrava a volte di sentire i dolci profumi dei piatti della mamma facendole venire l'acquolina in bocca, inutile tortura per la fame provata. Dopo un lungo e noioso viaggio, nascosti in un luogo non molto sicuro giunsero finalmente a destinazione. Lo sentì bene, quell'odioso rumore che fece la nave non appena fu gettata l'ancora. Aveva già molto freddo, le tremavano i denti e ogni respiro formava una nuvoletta bianca che spariva in pochi attimi. Cominciò a giocare con le nuvolette, cercando di crearle sempre più grandi, restando presto senza fiato. Dopo essere usciti attenti e furtivi dalla nave toccarono finalmente terra, o meglio, il ghiaccio. Saki era la prima volta che vedeva la neve, tutto quel bianco e un oceano così profondamente blu. Si guardò attorno sbigottita. Senza parole, non provava ormai più rimorso, più nostalgia o fame. L'unica cosa che importava ora era che era riuscita a scappare e a raggiungere un luogo così lontano come il Polo Sud. Non riusciva a crederci. Avendo ancora un freddo da paura e avendo i brividi ogni nanosecondo, cominciò a correre ridacchiando prima in tondo, poi in giro per quella deserta distesa di ghiaccio. Era affascinata dalla morbidezza di quel velo che copriva il terreno, dall'aria così puramente fresca e pulita tanto da sembrare un vero e proprio profumo. Era fantastico per lei lasciarsi trasportare da quel silenzio, che rompeva con potenti grida di gioia seguite dall'eco. Lasciava impronte dappertutto, cercando di non lasciare alcuno spazio vuoto tra un solco e l'altro. Si fermò e si lasciò coccolare dal sole distante, ma tiepido, del polo. Aprì le braccia e fece un respiro profondo. Si sentiva già meglio, più accaldata e più sveglia di prima. Chiuse gli occhi per qualche secondo, poi riaprendoli, si accorse di una città, proprio davanti ai propri occhi. "Siiiiiiiiiig! C'è una cittààààà!!!" Non era mai stata tanto entusiasta fino ad ora.

    Edited by MajesticScarlet - 5/3/2013, 18:47
     
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    ANNO 16, MESE 7, GIORNO 11 POST 9 // Pomeriggio
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    Abbigliamento: indossa una tradizionale casacca blu coperta da un cappotto aperto di una tonalità più scura, entrambi sono decorati con arzigogoli azzurri. I pantaloni, più chiari, riprendono il colore degli stivali di foggia classica decorati con strisce di un blu più chiaro.: D1 (off)

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    Il viaggio, se possibile, era andato anche peggio della loro partenza. La ragazzina si era messa a fare degli infantili, per quanto comprensibili, capricci e con il timore di Sigurd aveva ottenuto l’approvazione per uscire per qualche breve periodo fuori dalla loro stanza. In realtà Saki non era mai stata lasciata sola in quanto il ragazzo, seppur fingendo di restare nella camera, la seguiva silenziosamente per le sue peregrinazioni per poi tornare velocemente nella sua posizione per non farle notare la sua scomoda e forse un po’ troppo apprensiva presenza. Sebbene si fosse ormai convinto del fatto che quell'uomo non rappresentasse un pericolo immediato, anche se non lo avrebbe mai ammesso, gli restava il timore che la loro presenza potesse essere notata. Era anche vero che alla fine sarebbero potuti passare per fratello e sorella ma i loro abiti li tradivano.. Una bambina della Nazione del Fuoco, per quanto esuberante, accompagnata da un uomo delle Tribù dell’Acqua non sarebbe certo passata inosservata. Fortunatamente bastarono “solo” sei giorni per raggiungere la loro meta e scendere da quella che era oramai diventata una prigione sul mare. Quando posò per la prima volta il piede nel ghiaccio di un abbacinante bianco, sebbene sporcato da i residui scuri dei carburanti delle navi, provò un innato senso di familiarità. Sebbene non ci fosse mai stato di persona, i suoi genitori gli avevano raccontato moltissime cose della sua terra natia e, sebbene questa si trovasse nell'altro emisero, nella posizione diametralmente opposta, la somiglianza era sorprendente. Sarà che il ghiaccio si assomiglia tutto. Si riempì i polmoni assaporando l’aria fresca e umidiccia del Polo cercando di scacciare il ricordo del sapore acre di quella che aveva respirato per quasi una settimana. Saki, diversamente da lui che era rimasto impalato sulla sua posizione, era rimasta chiaramente stordita dalla nuova meta raggiunta e aveva iniziato a correre in tondo mostrando tutta la sua eccitazione. Quella era probabilmente il posto più lontano che la bambina avesse mai visto ed era una reazione piuttosto naturale seppur divertente per chi la guardava. “Sì, l’ho notata.” Rispose riferendosi alla città che gli si parava di fronte “Oltre le razioni faresti meglio a comprare qualche vestito più pesante, quelli non ti coprono per niente. Non siamo più sulla tua bella e calda isoletta, per quanto ne so questa è pure una bella giornata per questo posto.. Immagina di trovarti in mezzo ad una tempesta di neve. Non possiamo rischiare di ammalarci..” concluse cercando di attirare l’attenzione della sua compagna. Finalmente avevano messo piede sulla loro nuova terra di avventura: ora bastava andare nella città, chiedere informazioni e decidere come muoversi. “Sei pronta ad andare? Vediamo di trovarti qualcosa di caldo nella città, inutile continuare a correre in tondo, sprechi solo energie e non ti scalderai mai abbastanza.”.
     
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    Anno 16, Mese 7, Giorno 11, pomeriggio, POST 9


    Mentre Saki continuava a girare come una trottola in mezzo alla neve, Sigurd la rimproverava e dava consigli. Si chiedeva come potesse non sorprenderlo quella distesa di ghiaccio infinita, spezzata solo dalla presenza di quel villaggio. Forse, e probabilmente, già conosceva questi paesaggi, o almeno ne aveva sentito parlare in qualche strano racconto o leggenda. Prima di partire, non avrebbe avuto neanche lontanamente l'idea di potersi ritrovare al Polo. Il ragazzo le propose di comprare cibo e vestiti più pesanti. Le faceva la ramanzina e le dava lezioni di vita a cui Saki rispondeva senza farsi notare con smorfie, imitandolo. "Ma cosa sei? Mia mamma? Non eri tu che volevi che ti seguissi e basta?" lo provocò. Poi, sicura di sè e piuttosto seria da come si era dimostrata finora terminò dicendo "So badare a me stessa." Gli voltò le spalle e ridendo a crepapelle ricominciò a correre intorno ai blocchi di ghiaccio, cercando di avvicinarsi al villaggio. Aveva freddo, lo sentiva entrare nelle vene e nelle ossa, che cominciavano a dolerle, specie sulle gambe in movimento. Percepiva anche la morsa della fame, il suo stomaco già da ore reclamava cibo, senza risultato. Avrebbe dato la precedenza forse ai vestiti, era una sensazione insopportabile. Quel clima non poteva essere paragonato minimamente a quel luogo sconosciuto. Quei granelli di neve però, le ricordavano quelli della sabbia chiara dell'isola, che brillava alla luce del sole. Anche le zone ghiacciate del Polo luccicavano ai raggi del sole, l'unica somiglianza e speranza a cui si reggeva la ragazzina. Scivolando per piccole montagnole candide, incontrando pinguini e riconcorrendoli fino allo sfinimento di entrambi, giunse finalmente all'entrata della cittadina. Naturalmente Saki rimase letteralmente basita. Ma non è possibile! Case di... neve? Inutile commentare la sua faccia perplessa che squadrava da capo a piedi ogni singolo abitante, con i tipici abiti di pelliccia e di colore azzurro, con molteplici sfumature di tal colore. Decise di provare a tuffarsi dentro quella gente così diversa da lei, che la osservava attentamente e commentavano i suoi vestiti così leggeri, il suo aspetto così strano, con quei capelli rossi e la carnagione così chiara. Udiva alcuni bisbigliare qualcosa a proposito della sua casa, della Nazione del Fuoco e non sembravano parlarne tanto bene. Saki si sentiva decisamente fuori luogo e quella sgradevole sensazione di avere tutti gli occhi puntati addosso la faceva sentire a disagio, ma ancora di più le faceva salire una rabbia furiosa, tanto che lanciò un grido, per poi ritornare sui suoi passi. Cercò quindi a destra e a manca, qualche strano edificio, se così si poteva definire, nel tentativo di trovare qualcosa che potesse assomigliare ad un negozio di vestiti o di prelibatezze. Di punto in bianco si fermò. L'aveva trovato. Un negozio di vestiti adatti a lei. Già pregustava il dolce calduccio di quel pelo che ai suoi occhi sembrava tremendamente soffice. Si volse per parlare a Sigurd, che ovviamente non c'era. Si era totalmente dimenticata di averlo lasciato indietro. Si schiaffeggiò la faccia con una mano. Ecchecavolo.
     
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    ANNO 16, MESE 7, GIORNO 11 POST 10 // Pomeriggio
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    Abbigliamento: indossa una tradizionale casacca blu coperta da un cappotto aperto di una tonalità più scura, entrambi sono decorati con arzigogoli azzurri. I pantaloni, più chiari, riprendono il colore degli stivali di foggia classica decorati con strisce di un blu più chiaro.: D1 (off)

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    Il dominatore fa eseguire all'acqua un incerto movimento circolare e la scaglia contro l'avversario
    Attacco: 15 / Difesa: 0 / Velocità: 15

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    il dominatore colpisce l'avversario con una porzione d'acqua resa tagliente come una lama
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    Saki aveva finito per intendere le considerazioni di Sigurd come un appello da persona apprensiva e questi, scuotendo la testa, le disse semplicemente “Ne riparleremo quando ti lascerò da sola in mezzo alla neve.” Dopo di che la ragazzina aveva fatto uno scatto e si era diretta correndo verso le porte della città che accolsero i due visitatori mostrando quasi fieramente la schiera delle case bianche. Tutto sembrava rilucere di un puro bianco che dava quasi fastidio agli occhi dell’osservatore non abituato. Fortunatamente la visuale era ampiamente spezzettata dal viavai dei nativi che con le loro tenute bluastre coloravano la scena ravvivandola. Non appena si avventurarono all’interno un uomo di mezza statura mise un braccio intorno al collo di Sigurd che, impietrito, finì per seguirlo. “Quanto tempo era che non ci vedevamo! Non sei contento? Pensavo non saresti più tornato!” disse l’uomo giulivamente “Sai, nel periodo in cui non ci sei stato ho cambiato molte cose e ho molta merce nuova! Vedo che non hai armi con te! Non ti piacerebbe una bella spada? Ho una nuova lama fatta con osso di balena e una di ippopotamo artico. Eh? Ti interessano vero?” continuò. Sigurd tolse lentamente il braccio dell’uomo dal suo collo e, nervosamente, glielo lasciò cadere inerme al fianco. “La prego gentilmente di non toccarmi. Non la conosco e presumo che questo approccio non sia altro che un maldestro tentativo di attirare clienti nella sua bottega. Come vede non ho armi e le posso assicurare che non mi interessano. La saluto.” Gli disse con un tono che non ammetteva repliche e fece per girarsi alla ricerca della sua compagna. Fece appena in tempo a vedere la chioma rossa di questa allontanarsi e girare l’angolo. Probabilmente non si era accorta di essere rimasta sola e tra poco sarebbe tornata indietro a cercarlo. Sigurd sorrise: forse, alla fin fine, il contrattempo gli era stato utile. Si girò dal verso diametralmente opposto a quello intrapreso da Saki e si incamminò a sua volta. Osservò l’architettura e la magnifica intuizione di vivere dentro case fatte completamente di ghiaccio: un materiale plasmabile a proprio piacimento e che sicuramente lì non costava nulla, oltre a non deturpare il paesaggio e ad avere un impatto ambientale pari a zero. Fece giri un po’ ovunque osservando la vita semplice e decise di fermarsi in un piccolo locale pubblico nella speranza di poter prendere un buon tè. Era indeciso sul tipo da prendere e alla fine chiese imperturbabile alla cameriera di portargli quello al gusto più tipico che avessero. Si era deciso a godersi un’oretta di pausa dalla ragazzina, sia per farle provare la sensazione di essere sola in un luogo sconosciuto sia per stare da solo, cosa che non faceva da troppo e che rimpiangeva amaramente. In realtà era piuttosto convinto che Saki non si sarebbe data per vinta e lo avrebbe trovato relativamente in fretta; relativamente perché era circondato da persone che vestivano in modo non troppo diverso dal suo.. In un certo senso era avvantaggiato, se avesse voluto trovarla gli sarebbe bastato chiedere della ragazzina con i capelli rossi che si aggirava da sola per il paese e sarebbe presto stato sulle sue tracce. Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dalla cameriera che annunciò sorridente: “Ecco il tè, buona permanenza” e detto ciò, posato sul tavolo una piccola tazza bianca fumante e fatto un breve inchino, si allontanò. Sigurd si guardò una ultima volta intorno e iniziò a sorseggiare il tè che trovò talmente freddo da assumere un’espressione accigliata.
     
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    Saki continua su Saki, il mercato
     
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    - Lama d'acqua B (mossa a stretta distanza)
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    Il dominatore crea una potente frusta d'acqua e la usa per attaccare l'avversario
    Attacco: 40 / Difesa: 0 / Velocità: 20





    Sigurd aveva sorseggiato il tè continuando a storcere il naso ogni volta che ne mandava giù un sorso. Non aveva effettivamente un sapore brutto ma il fatto che non fosse abbastanza caldo gli aveva fatto passare ogni voglia nei suoi confronti. Tra le sue mani, la bianca tazza dal bordo decorato con un motivo geometrico color carta da zucchero, diffondeva comunque un debole ma piacevole calore e, ad ogni suo movimento, il liquido scuro alle foglie di una non ben identificata pianta, non aveva infatti chiesto delucidazioni a riguardo, tintinnava increspandosi leggermente. Era sempre stato affascinato da quel fenomeno e aveva trascorso molto tempo nei pressi della cascata di Shu Jing studiando gli effetti causati dai sassi che lanciava. Il fatto che bastasse pochissimo per perturbare l’equilibrio del pelo dell’acqua che si deformava un poco, opponendo una debole resistenza prima della penetrazione del corpo estraneo dentro di essa , lo aveva sempre colpito e aveva sempre cercato di capire a cosa fosse dovuto quel fenomeno. Trovava inoltre impressionante come i movimenti circolari si diffondessero per tutto lo specchio d’acqua per poi acquetarsi così come erano stati prodotti. Sigurd mandò giù l’ultimo sorso rimasto della sua bevanda, si alzò e si diresse verso la ragazza che lo aveva precedentemente servito: “Vorrei pagare.. Quanto le devo per il tè?” chiese. La giovane, intenta a preparare delle miscele inizialmente non sembrò prestare ascolto alle sue parole ma dopo, alzando lo sguardo e sorridendo rispose “Due monete, solamente”. Sigurd estrasse dal borsellino al suo fianco le monete necessarie e gliele appoggiò fra le mani notando bene di non toccarle ritraendosi non appena i dischetti metallici sfuggirono dalla sua presa. “Potrei, inoltre, chiederle delle brevi informazioni?” e continuò “Dovrei fare delle compere.. Mi saprebbe indirizzare verso quelli che sono i migliori negozi della cittadina?”. La cameriera, dopo aver preso le monete, aveva abbassato lo sguardo senza aspettarsi una replica da parte di quell’avventore che si era mostrato fin da subito abbastanza distaccato e si era particolarmente stupita quando questi le aveva continuato a parlare. “Ovviamente dipende dal tipo di compere che ha intenzione di fare.. Non vorrei sembrare inopportuna, sia chiaro, ma le posso solo dire di dirigersi verso il centro svoltando due volte a destra dopo essere uscito da questo locale e aver percorso verso le porte della città tutta questa via in cui ci troviamo. Ovviamente se mi potesse dare più informazioni sui suoi obiettivi potrei essere più precisa..” rispose cortese. Sigurd la guardo per qualche attimo assentamente e poi, dopo averla ringraziata dicendo che bastava quello che gli aveva già detto, la salutò e con un breve inchino uscì.



    Edited by ¬Gimodef™ - 8/3/2013, 21:52
     
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