Fra ghiaccio e rametti.

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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 1 • Mattina Inoltrata
    Sorùk

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    N° exp: (26r80*) 0
    Denaro: 300 TdA; depositato: 700
    Abbigliamento: tunica pesante celeste ornata di cappuccio, finiture blu e pelliccia bianca, fermata alla vita da una larga cintura di pelle marrone. Pantaloni lunghi e ampi blu oltremare. Scarponi in pelle marroni.
    Armatura: //
    Armi: //

    Stats:
    EV: 550
    Atk D.= 550
    Def D.= 600
    Vel= 300

    Abilità: //

    Mosse Dominio:
    - Frusta d'acqua C
    Il dominatore crea una debole frusta d'acqua e la usa per colpire l'avversario
    Attacco: 10 / Difesa: 0 / Velocità: 20

    - Fascia d'acqua C
    Il dominatore crea una lieve ma ampia fascia d'acqua davanti a se che lo protegge dagli attacchi avversari
    Attacco: 0 / Difesa: 15 / Velocità: 20

    -



    Allenarsi con Anaya stava diventando uno dei suoi passatempi preferiti. Questo pensava Sorùk mentre con la lama del coltello assestava dei colpi sulla pietra focaia nella speranza di riuscire ad accendere un fuoco. Gli unici materiali da “esca” che avevano erano qualche ramoscello di legno secco e la sacca di pelliccia che Sorùk usava per tenere il pranzo. Quel giorno si erano spinti molto lontano dal villaggio, il giovane dominatore sapeva che Anaya preferiva i posti isolati per allenarsi e a lui non dispiaceva affatto mettere qualche lastra di ghiaccio fra se stesso e la loro tribù di tanto in tanto. Allenarsi veniva decisamente più facile quando si immergeva nella tranquillità dei ghiacciai.
    Facendo ben attenzione a far cadere le scintille sul mucchietto di combustibile iniziò a soffiare non appena vide che queste ebbero attecchito. Lentamente una piccola fiamma iniziò a crescere ravvivando con il suo chiarore l’interno della caverna ghiacciata in cui si erano riparati.
    -Koppo aveva ragione! Mai uscirsene dal villaggio senza qualche rametto!- dichiarò mentre buttava un altro rametto secco fra le fiamme. Quella tormenta li aveva bloccati lontani dal villaggio e quello di Koppo, un compagno di allenamento alla scuola del dominio, si era rivelato un buon consiglio, non fosse stato per la sua previdenza probabilmente ora avrebbero dovuto gettare i loro caldi indumenti fra le fiamme per alimentarle invece che la legna.
    Dedicò un lieve sorriso ad Anaya.
    -Credo che per oggi dovremo rimandare il nostro allenamento.- chissà se data l’occasione mancata la ragazzina avesse preferito gettarsi in mezzo alla tormenta piuttosto che passare del tempo con lui. Era talmente schiva e chiusa in se stessa che spesso provava il timore non piacergli affatto. Non che gli avesse mai dato modo di crederlo, ma ormai erano più di due mesi che si conoscevano e loro discussioni non si erano mai dilungate troppo.
    -Direi che invece si potrebbe anticipare il pranzo!- aggiunse, -Tanto ormai la sacca è andata…- fissò per un istante la pelliccia di foca-tartaruga scoppiettare fra le fiamme e poi fece spallucce.
    -Un po’ di granchio reale?- concluse porgendola una ciotola di pappetta di granchio, aveva portato anche prugne di mare e pane d’alghe, ma era risaputo che il granchio reale era il cibo migliore che la loro tribù gemella del Nord potesse offrire.

    Edited by Adam Carter - 27/6/2013, 00:36
     
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  2. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 3.940 (25r80)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
    Mosse caratteristiche di scuola: -/ -/ -/


    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 60, mattina inoltrata

    Anaya osservò rannicchiata vicino al fuoco la neve turbinare fuori dalla grotta con le sopracciglia aggrottate e la faccia imbronciata,"Stupida tempesta! Ora come faccio ad allenarmi? Non voglio saltare un allenamento, perché il prossimo sarà fra alcuni giorni... Come mi piacerebbe allenarmi tutti i giorni, ma già così mamma rompe e Kay sembra preoccupato... cosa avrà da essere sempre preoccupato quello lì..." volse lo sguardo verso il fuoco che Sorùk aveva appena acceso, le fiamme danzavano e ogni tanto qualche scintilla scappava, per poi spegnersi sul pavimento ghiacciato. Aveva sentito il ragazzo parlare, ma non aveva afferrato nessuna parola, però anche se non lo ascoltava la sua presenza e la sua voce le davano conforto, anche se non lo dava a vedere aspettava con ansia i giorni in cui si allenava con lui, perché non si sentiva più sola. Certo, Kay le era sempre vicino e riusciva a leggere tutti i suoi sentimenti, ma a lei mancava tantissimo la presenza di un uomo adulto che la sorreggesse, e sua madre non riusciva ad alleviare minimamente il suo dolore, anzi... "Se in un giorno del genere fossi uscita da sola chissà se sarei riuscita a sopravvivere... molto probabilmente sarei morta...".
    Sorùk fece allontanare quei lugubri pensieri dalla mente di Anaya porgendole una scodella piena di granchio, che Anaya afferrò grugnendo un ringraziamento, per poi trangugiare il cibo in pochi bocconi. Appoggiò la ciotola per terra e nascose la faccia tra le ginocchia, la situazione non le piaceva molto: lei non era una buona conversatrice, anzi, apriva bocca solo per dire le cose essenziali per la sua sopravvivenza, come: "dammi più cibo" o "vattene".
    Improvvisamente si sentì gelare il sangue e fissò la tempesta con gli occhi spalancati, dove si leggeva paura e rabbia, poi scosse la testa e la nascose di nuovo tra le gambe, mentre delle lacrime calde incominciarono a rigarle il viso. Dalla morte di suo padre le succedeva spesso, il vento la prendeva sempre in giro simulando il verso di mamma orsa, in quei momenti lei odiava il vento più di ogni altra cosa al mondo. Tirò su con il naso, ma dopo averlo fatto si pentì, non voleva che Sorùk pensasse che stesse piangendo, anche se avrebbe sempre potuto dire di avere il raffreddore.
     
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 2 • Mattina Inoltrata
    Sorùk

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    Denaro: 300 TdA; depositato: 700
    Abbigliamento: tunica pesante celeste, pantaloni blu oltremare, stivali di pelle marrone, mantello blu oltremare.]
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    - Frusta d'acqua C
    Il dominatore crea una debole frusta d'acqua e la usa per colpire l'avversario
    Attacco: 10 / Difesa: 0 / Velocità: 20

    - Fascia d'acqua C
    Il dominatore crea una lieve ma ampia fascia d'acqua davanti a se che lo protegge dagli attacchi avversari
    Attacco: 0 / Difesa: 15 / Velocità: 20

    -



    Sistemato al lato opposto in cui si era raggomitolata la ragazzina, Sorùk non aveva smesso di osservarla neanche per un istante, facendo attenzione a non apparire invadente. La mente di Anaya però sembrava essere sempre lontana kilometri, concentrata verso altri pensieri che a nessuno era permesso conoscere o anche soltanto intuire. E questo era un male per i loro allenamenti. Sebbene dovesse ammettere che quando si trattava di concentrazione lei fosse imbattibile, Sorùk era convinto che quel perenne turbamento che riusciva a leggerle negli occhi rappresentava un grande ostacolo. Aveva tentato più volte di cercare un approccio con lei riuscendo ad ottenere ogni volta soltanto buchi nell’acqua sempre più grandi. Alla fine si era arreso, se e quando Anaya avesse sentito il bisogno o l’esigenza di aprirsi sarebbe stato ben lieto di ascoltarla, fino ad allora avrebbe semplicemente continuato ad aiutarla nell’unico modo in cui sembrava potesse farlo: allenarla.
    Quando la vide scuotere la testa e la senti tirare su con il naso però capì che qualcosa non andava.
    -Hai freddo?- non si aspettava una risposta vera e propria quindi reagì e basta. Si alzò in piedi e le posò il suo mantello blu sulle spalle.
    -Ci manca soltanto che ce ne torniamo al villaggio con un bel raffreddore! Kay mi sfinirebbe con le sue ramanzine per una settimana intera!- le sorrise, e non ci volle uno sguardo più accurato per capire che ancora una volta i suoi pensieri la stavano assalendo. Ma prendere il bufalo-yak per le corna con lei era inutile, tanto negli allenamenti quanto nel cercare di tirarle fuori parole che non voleva esprimere.
    -Neanche a me piacevano le tormente quando ero piccolo.- ricominciò gettando un altro rametto di legno nel fuoco per ravvivare la fiamma.
    -Ora invece ne apprezzo ogni momento. È una cosa che mi ha insegnato mio padre.- si piegò sulle ginocchia afferrando lo zaino e dopo aver rovistato un po’ ne tirò fuori un ceppo di legno. Era più largo rispetto ai rametti che aveva usato fino a quel momento, grande quanto il palmo della sua mano ed era completamente privo di corteccia. Lo mostrò ad Anaya poi estrasse il coltello sedendosi a gambe incrociate e cominciò a muovere la lama sul legno producendo trucioli che andarono a posarsi sul pavimento ghiacciato.
    -Mio padre era capace di tirare fuori qualsiasi cosa chiedessi da un tocco come questo!- sorrise al ricordo rivolgendosi anche alla ragazza per renderla partecipe.
    -È rilassante in effetti… anche se io non sono mai stato tanto bravo quanto lui…- era un ottimo modo quello per distrarre la mente o al contrario per concedersi un momento di pura concentrazione. Spesso gli era capitato di vagare con i pensieri mentre intagliava, e più di una volta essere concentrati a quel modo era stato d’aiuto per riuscire a riflettere e districare la matassa di pensieri e preoccupazioni che lo turbavano. In un certo qual modo era come se riuscisse a vedere tutto in maniera più obbiettiva. Il che nella maggior parte dei casi era già molto. Magari avrebbe funzionato anche con Anaya, sia se si fosse limitata a guardarlo o che avesse voluto tentare di persona.
     
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  4. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 3.990 (15r50)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 61, mattina inoltrata

    Quando Sorùk le appoggiò il mantello sulle spalle Anaya, grata per non averle fatto domande, alzò la testa ed accennò un sorriso. Osservò il ragazzo intagliare il legno per qualche minuto, studiando i suoi gesti e guardando i trucioli di legno cadere per terra. I suoi gesti erano piuttosto insicuri, però era felice di vedere qualcuno intagliare il legno, dall'ultima volta che aveva visto qualcuno farlo erano passati almeno due anni. *Cosa stai intagliando?* disse, decidendosi finalmente a palare. Poi il vento soffiò di nuovo, ma questa volta la bambina si limitò a tapparsi le orecchie. *Non sono le bufere che mi fanno paura, ma il vento che soffia a gran voce. Preferisco quando si limita a raccontare le storie accarezzando il ghiaccio con un soffio gentile.* rivelò in un sussurro, era la prima volta che estrometteva un suo pensiero di fronte a Sorùk, quando era con Kay non ce ne era mai bisogno e ne aveva perso l'abitudine. Si raggomitolò ancora di più in se stessa e si avvicinò impercettibilmente a Sorùk, continuando ad osservare il suo lavoro, ripensando a tutti i suoi ricordi più belli di suo padre senza provarne dolore per la prima volta. Pensò a quanto era felice con sua mamma una volta, e al pinguino foca intagliato da suo padre tempo prima. *Potresti intagliare un pinguino foca?* gli chiese, aveva fatto quella domanda con una punta di cattiveria, perché sapeva che non era facile intagliare un pinguino, e voleva mettere alla prova Sorùk.
     
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 3 • Mattina Inoltrata
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    - Frusta d'acqua C
    Il dominatore crea una debole frusta d'acqua e la usa per colpire l'avversario
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    - Fascia d'acqua C
    Il dominatore crea una lieve ma ampia fascia d'acqua davanti a se che lo protegge dagli attacchi avversari
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    -



    Con dei rapidi gesti della mano destra e il pollice a guidare il peso con cui la lama andava ad intagliare il legno, Sorùk continuò in silenzio il suo lavoro per alcuni minuti. Per lui non era un peso starsene lì senza dire una parola, sebbene generalmente, e soprattutto in compagnia di Anaya in momenti che non concernevano l’allenamento, era difficile che si limitasse a stare zitto. Fu Anaya però che con sua grande sorpresa ruppe il silenzio quella volta. Sorùk la guardò nascondendo il suo stupore dietro una semplice e rapida occhiata per tornare a guardare il suo tocco di legno.
    -In realtà… non ne ho idea!- ammise sorridendo, ed era vero, difficilmente partiva con un’idea ben precisa quando prendeva in mano legno e coltello. Non che fosse quel genere di persona che si affidava all’ispirazione, ma più semplicemente aveva imparato che partendo con un proposito prestabilito finiva sempre per ottenere qualcosa di diverso.
    Quando Anaya parlò di nuovo però fu costretto ad alzare lo sguardo per fissarla in volto. Era la prima volta che non si limitava a domandare qualcosa o a dare una risposta secca. Spostò lo Sguardo da lei alla bocca della caverna.
    -Si a volte la voce del vento si diverte a prendere in giro gli uomini.- commentò soltanto, -Ma sono soltanto bugie.- aggiunse tornando a cercare il suo sguardo e affrontandolo con decisione. Era ovvio che c’era molto più di una paura infantile dietro a quel pensiero di Anaya, e tentare di rassicurarla era tutto ciò che poteva permettersi di fare. Annuì e tornò al sul lavoro mentre lei tornava a raggomitolarsi su se stessa. Avvertì anche il suo quasi impercettibile movimento mentre si spostava di poco verso di lui, e quel gesto gli fece piacere. A volte quando erano insieme a Sorùk sembrava di poter avvertire tutta la sua solitudine, quella volta invece attraverso quell’impercettibile movimento sentì soltanto di essere riuscito a scacciare via quella brutta sensazione. Girò il tocco di legno un apio di volte e poi continuò a percorrerlo con la lama facendo cadere altri trucioli che andarono a posarsi accanto agli altri.
    *Potresti intagliare un pinguino foca?*
    Quella proposta lo costrinse a fermarsi.
    -Sei davvero una ragazzina spudorata lo sai?- le rispose lasciandosi sfuggire una risata sincera, era ovvio che stesse scherzando, -Io ho un'altra idea invece, perché non ci provi tu invece!- le disse subito dopo porgendole legno e coltello, -Ecco! L’allenamento di oggi consisterà in questo, imparare a dominare il legno!- “e la mente, allontanando i cattivi pensieri.” Ma tenne per sé quel pensiero.
    -Accetti la sfida ragazzina?- la provocò mentre andava a recuperare un altro tocco di legno e un coltello infilando una mano nella sacca da viaggio.
     
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  6. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 4.040 (15r50)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 62, mattina inoltrata

    "Spudorata?", Anaya non aveva idea di cosa volesse dire quella parola, nessuno le aveva mai detto una cosa del genere, ma di una cosa era sicura: non era un complimento. Dal tono di Sorùk capì che scherzava, ma essendo una bambina molto permalosa lanciò uno sguardo pieno di veleno a Sorùk, non fece in tempo ad arrabbiarsi ed a mettergli il muso che il ragazzo la spiazzò: lei intagliare qualcosa? Boccheggiò, riflettendo su cosa fare, ci aveva già provato, ma solo a fare cose più semplici, mai un pinguino... Però non riuscì a resistere alla provocazione, Sorùk se l'era proprio cercata! Afferrò il ciocco di legno ed il coltello e gli diede le spalle, in modo da cercare di non fargli vedere cosa faceva, poi incominciò a modellarlo con foga, facendo volare in giro per la stanza schegge di legno, il coltello le scivolò due volte dalle mani e lanciò diverse maledizioni a Sorùk ed alla sua famiglia mentre ricominciava a lavorare. Dopo dieci minuti di ferite irrimediabili, il legno era ridotto ad una statuina di cinque centimetri a forma di parallelepipedo sbilenco, da cui si potevano scorgere le ali vagamente accennate sui fianchi ed il becco. Esaminò delusa il suo risultato, e dopo qualche secondo le venne un idea per come salvarsi la faccia: guardò di soppiatto Sorùk, si alzò e cercò di mettere la statuina in piedi sopra la sua testa, per poi andare in giro per la grotta a recuperare tutti i frammenti di legno e buttarli nel fuoco. Quando ebbe finito, si sedette davanti al ragazzo cercando il suo sguardo con forza, piantò il coltello che aveva usato con tutta la sua forza nel ghiaccio ed assunse un espressione decisa. *Ho fatto la mia statuina, ora tocca a te! So che non eguaglierai mai la mia in bellezza ed in accuratezza, ma dovresti almeno sforzarti!* esclamò arrossendo leggermente sulle guance, poi sorrise, sentendosi per qualche strano motivo davvero felice, e capendo di potesi fidare di lui come faceva con Kay. forse a farla sentire meglio erano le parole che aveva detto sul vento, o il semplice fatto di non sforzarla a parlare di ciò che non voleva.

    Edited by Ellaena - 30/6/2013, 14:24
     
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    Aveva colpito all’orgoglio, e Anaya aveva sempre dimostrato di averne molto da vendere. Era proprio quell’orgoglio, unito alla sua testardaggine, a renderla tanto capace negli allenamenti. Sorùk non l’aveva mai vista arrendersi davanti alle difficoltà, nemmeno quando queste nascevano dalla sua mente tormentata. Forse, pensò, quello che lui guadagnava in meditazione lei lo compensava in determinazione. Sorrise quando strappò via dalle sue mani il ceppo e il coltello e continuò a farlo quando volle voltarsi per nascondere il suo lavoro. Sorùk invece si limitò ad appoggiare la schiena alla parete di ghiaccio inziando a sua volta a lavorare il legno con il coltello. In quei minuti che trascorsero sollevò di tanto in tanto lo sguardo per osservare la ragazzina, cogliendola a imprecare sommessamente un paio di volte, probabilmente proprio contro di lui, ma poco importava, quel passatempo le stava regalando qualche minuto lontana dai suoi pensieri e tanto bastava.
    Quando finalmente decise di aver concluso la sua opera si alzò in piedi e Sorùk la seguì con lo sguardo mentre lei si avvicinava lanciandole un’occhiata perplessa e restando immobile. Quando poi lei le posò il pezzo di legno sulla testa, quello resistette pochi attimi prima di cadergli in grembo. Sorùk lo sollevò e lo esaminò, per essere la prima volta che intagliava qualcosa non era affatto male. Tornò a guardare Anaya intenta a raccogliere i trucioli che aveva seminato per la piccola stanza ghiacciata e quando le si piantò davanti infilzando il coltello nel ghiaccio, la guardò con fare critico: si era perfino ferita le mani.
    -Davvero bello, Complimenti!- le disse rigirandosi la statuina fra le mani come se stesse valutando il valore di un pezzo di carbone al mercato del villaggio, -Ma forse prima faremmo bene a curare quelle ferite.- aggiunse stappando la sua fidata borraccia, l’acqua uscì andando a circondargli le mani e prendendo quelle di Anaya fra le sue il liquido iniziò a brillare. Un attimo dopo le ferite erano sparite e mani della ragazzina erano come nuove.
    -Ecco! Cerca di fare attenzione la prossima volta!- disse ispezionando il suo lavoro, -Ah comunque Il mio è là!- indicò con un gesto del capo un punto al suo fianco. Vicino al fuoco il suo ceppo di legno, ancora intatto nella sua forma, proiettava una lunga ombra sul pavimento ghiacciato. Su di esso erano intagliati soltanto due occhietti tondi e una lunga lingua, e sembrava fissava Anaya come a volerla deridere.
    -Hai decisamente superato il Maestro questa volta!- le disse trattenendo una risata.
     
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  8. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 4.120 (25r80)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 63, mattina inoltrata

    Prima che potesse fermarlo Sorùk le curò le ferite, e rimase ferma fino a quando l'acqua smise di scintillare. *Non ce n'era alcun bisogno, erano solo dei graffietti innocui...* borbottò, notando solo in quel momento una piccola insenatura sul muro della caverna, e fissandola come se volesse nascondersi al suo interno. Appena Sorùk le mostrò il suo lavoro, Anaya si infiammò stizzita e scattò in piedi. *Non vale barare per farmi vincere! È sempre così, quando si gioca a carte, o durante qualunque gara, proprio come mio... mio... Insomma, come lui!* esclamò infervorata. Poi spostò il suo sguardo al fuoco e si morse un labbro, si sedette a gambe incrociate ed appoggiò il mento sul palmo della mano. "Perché, perché, devo sempre pensare a lui, Kay me lo dice sempre di smettere di rodermi il fegato in questo modo, ma che ci posso fare, ogni cosa mi ricorda lui e quel dannato giorno! Se solo lo avessi aiutato! Sarebbe ancora in vita, è tutta colpa mia, solo mia. Forse c'è qualcosa dentro di me che mi spinge a volerne parlare con Sorùk, ma non sarebbe ancora peggio parlarne? Non voglio far pesare il mio dolore su nessuno, e non voglio che nessuno provi pena per me e mi faccia favori per compassione. Le sento spesso le donne parlarmi alle mie spalle dicendo cose come: 'povera cara, suo padre è morto e non ha alcun sostegno dalla madre, deve essere proprio difficile andare avanti'. Comunque sono sicura che al villaggio gli abbiano detto tutto su di me... Vorrei solo poter cancellare la mia vita e ricominciare tutto d'accapo."
    Immersa nei suoi pensieri non si accorse nemmeno che le lacrime avevano incominciato a scorrerle lungo il viso, e brillavano riflettendo la luce del fuoco. Quando le avvertì si asciugò in fretta gli occhi strofinandoli con la sua pelliccia, e la mantella di Sorùk cadde a terra. Anaya la raccolse e la appoggio vicino al suo possessore, guardando dalla parte opposta per nascondere l'imbarazzo. *Tieni, non mi serve, non ho freddo. Comunque mi è entrato qualcosa nell'occhio, non stavo piangendo.* sottolineò, voltandosi verso l'entrata della caverna a braccia conserte ben decisa a non spiccicare più parola. "Perché questa tormenta non finisce? Voglio solo tornare a casa a dormire ed a scacciare i miei pensieri con l'aiuto di Hilmir!" urlò mentalmente alla tempesta, mantenendo un espressione rabbiosa, arrabbiata con se stessa e con tutto il mondo che la circondava.
     
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    Denaro: 300 TdA; depositato: 700
    Abbigliamento: tunica pesante celeste, pantaloni blu oltremare, stivali di pelle marrone, mantello blu oltremare.]
    Armatura: //
    Armi: //

    Stats:
    EV: 550
    Atk D.= 550
    Def D.= 600
    Vel= 300

    Abilità: //

    Mosse Dominio:
    - Frusta d'acqua C
    Il dominatore crea una debole frusta d'acqua e la usa per colpire l'avversario
    Attacco: 10 / Difesa: 0 / Velocità: 20

    - Fascia d'acqua C
    Il dominatore crea una lieve ma ampia fascia d'acqua davanti a se che lo protegge dagli attacchi avversari
    Attacco: 0 / Difesa: 15 / Velocità: 20

    -



    La reazione che Anaya ebbe fu decisamente eccessiva, oltre che totalmente aldilà di ogni previsione che Sorùk avesse potuto anche solo immaginare. Aveva nettamente frainteso il suo gesto. Lui non aveva voluto renderle una vittoria facile, come non era sua intenzione deriderla in quel senso. Il suo era voleva essere un innocuo scherzo, che avrebbe dovuto soltanto farla sorridere, ma mai pungerla nell’orgoglio.
    Probabilmente però aveva toccato un tasto dolente e lo capì dalle sue ultime parole. Non sapeva a chi la ragazzina si riferisse con quel “lui”, Sorùk si era sempre disinteressato delle chiacchiere del villaggio e ancora di più di ciò che la gente non diceva di sua spontanea volontà. Alla scuola di dominio solo Koppo sapeva dei suoi incontri con Anaya, se il loro maestro avesse saputo che Sorùk aveva avuto l’ardire di insegnare a qualcuno probabilmente sarebbe stato espulso.
    -Mi… mi dispiace.- provò a dire quando lei si voltò di scatto dandogli le spalle. Trascorsero dei lunghi attimi di silenzio in cui fu indeciso sul da farsi, non aveva la minima idea di cosa le frullasse per la testa, ne tantomeno quali ricordi aveva riportato a galla quel suo stupido gesto, e non poter comprendere gli dispiaceva. Non osò muovere muscolo nemmeno quando vide chiaramente che si stava asciugando delle lacrime, era come si sentisse in una caverna piena di oggetti delicati, di ghiaccio, dove il minimo movimento avrebbe potuto significare rompere ogni cosa. Abbassò lo sguardo sul mantello che Anaya gli aveva restituito, era confuso e una volta tanto avrebbe voluto avere qualcosa di importante da dirle, o delle scuse decenti da porle. Invece tutto ciò che riuscì a fare fu starsene in silenzio a fissarla.
    Passarono alcuni minuti in cui l’unico suono ad accompagnava i loro pensieri era lo scoppiettio dei pezzi di legno divorati dal fuoco e il suono irrequieto del vento. Sorùk raccolse il mantello e la statuina a forma di pinguino di Anaya rotolò sul pavimento ghiacciato, la raccolse e la osservò a lungo.
    “E pensare che tu avresti dovuto difenderla dai cattivi pensieri!” la condannò corrugando appena lo sguardo, ma prendersela con una statuina era da stupidi, lo sapeva bene, era stato lui ad aver sbagliato qualcosa.
    Finalmente si decise ad alzarsi e compiendo in silenzio qualche passo verso di lei la affiancò piegandosi sulle ginocchia.
    -Non volevo offenderti.- le disse in tono pacato cercando il suo sguardo, -Volevo solo distrarti da te stessa, farti sorridere.- si rigirò la statuina fra le mani e poi la appoggiò sul ghiaccio davanti a lei.
    -Mi dispiace.- aggiunse prima di alzarsi per tornare al suo posto.
     
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  10. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 4.170 (15r50)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
    Mosse caratteristiche di scuola: -/ -/ -/


    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 64, mattina inoltrata

    Anaya ascoltò le parole di Sorùk senza degnarlo di uno sguardo, troppo concentrata a non rompere il suo ostinato mutismo. E diamo il via alle danze, compatimento a tutto spiano, pensare che mi sembrava di potermi fidare di lui! pensò, con un ombra di sarcasmo. Sbuffò e nascose tutto il suo dolere dietro una maschera di indifferenza e fastidio. *Non hai bisogno del mio perdono, perché non ho niente da perdonarti, anzi, dovresti perdonarmi tu per averti rubato tanto tempo prezioso nei miei futili allenamenti. Tanto lo sai anche tu, no, io una vendetta non ce la potrò mai avere, non mi resta altro da fare che piangermi addosso...*, si interruppe, tentando invano di continuare a parlare, con una morsa di ghiaccio che le attanagliava la gola. *Mi faccio già pena da sola... non ho bisogno della commiserazione di nessuno, grazie.* concluse a stento, deglutendo più volte per far sparire il groppo che aveva in gola. Odiava il fatto che tutti la etichettassero come una povera bambina sfortunata, e odiava ancor di più il fatto che l'unica persona con cui era riuscita a mantenere un sano rapporto di amicizia fosse Kay - e solo grazie agli sforzi di lui-. *Dimmi solo una cosa: perché hai sprecato tutto questo tempo con me? Solo perché sono una povera bambina orfana di... padre, con una madre depressa? Sei una persona così caritatevole? O forse al villaggio non volevano che io dessi di matto e mi hanno affiancato ad una persona stabile? incominciò di nuovo a piangere, senza nemmeno tentare di fermare le lacrime, quante volte aveva già pianto quel giorno?*Sono proprio una lagnona, una lagnona buona a nulla...* bisbigliò in un soffio con la voce piena di amarezza.
     
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 6 • Mattina Inoltrata
    Sorùk

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    -



    Le parole di Anaya lo inchiodarono sul posto prima ancora che potesse anche solo compiere un passo. Il discorso che la ragazzina mise in piedi era confuso, frammentario e incredibilmente sbagliato per le orecchie di Sorùk che di lei sapeva soltanto ciò che lei stessa aveva deciso sapesse. Vendetta? E verso chi? Per quale motivo? Era quel sentimento di rancore che l’aveva spinta a voler imparare di più sul dominio dell’acqua? Commiserazione e spreco di tempo poi erano concetti che lui non aveva mai associato alle ore che passavano insieme. Men che meno ciò che stavano facendo insieme era nato in nome di chissà quale spirito cavalleresco da parte sua, o peggio su commissione altrui. Per Sorùk i loro incontri avevano un altro valore e un altro significato che andava ben oltre tutte quelle assurde teorie buttate lì a casaccio. Ma ora il quadro aveva più senso. Ora aveva conosciuto un altro pezzetto di storia di Anaya, ed era uno di quelli che ti restavano infilzati per sempre nel cuore. Sorùk non riusciva nemmeno ad immaginare cosa significasse perdere un genitore, il solo pensiero era inconcepibile per lui. Conosceva la madre di Anaya, questo non poteva negarlo, ma soltanto perché al villaggio gli era capitato di vederle insieme. A parte questo il resto della storia era tutta una novità per lui, gettatagli addosso con la delicatezza e il frastornamento che solo una secchiata di acqua gelata sapeva provocare.
    Lasciò che Anaya finisse di sfogarsi, che buttasse tutto fuori una volta per tutte, e prima di intervenire a sua volta fece trascorrere un istante di silenzio fra loro per mettere in ordine i pensieri.
    -Si, forse hai ragione, ho davvero sprecato il mio tempo se ciò che ti ha spinta a cercare il mio aiuto è stata la vana ricerca di una vendetta!- lo disse con calma, senza alzare il tono di voce, -Io non so assolutamente nulla di ciò che è accaduto a tuo padre, ho sempre rispettato il tuo privato, evitando di fare domande e accontentandomi di ciò che tu ritenevi opportuno che io sapessi. E sono consapevole di non poter capire la tua mancanza, ma so anche che mai tuo padre desidererebbe vederti così tormentata nei suoi confronti. Nessun genitore lo vorrebbe!- fece una breve pausa valutando con attenzione le parole successive.
    -Vuoi sapere cosa mi ha spinto a spendere il mio tempo ad allenarmi con te? La tua curiosità, la tua determinazione, le tue capacità di dominatrice e nient’altro! Qualità per cui vale la pena spendere del tempo!- fece una pausa per darle il tempo di metabolizzare le sue parole.
    -E ora che lo sai ti pongo io l’unica domanda a cui vale davvero la pena dare una risposta: perché hai deciso di farti aiutare se credi in tutto ciò che hai detto su te stessa?- probabilmente aveva gettato troppa legna al fuoco, ma se aveva minimamente compreso la persona che si trovava davanti, spronarla era il modo più giusto per farle capire le cose.
     
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  12. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 4.330 (25r80x2)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 65, mattina inoltrata

    Anaya rimase spiazzata da quelle parole, sul suo volto era dipinta un espressione di sorpresa, che aumentava mentre Sorùk parlava. Chiuse la bocca e scoppiò per la prima volta in un vero pianto, non le semplici lacrime che le scendevano di notte, o quelle che si sforzava a trattenere mentre litigava con sua madre, non riusciva a fermarsi, le sue spalle sussultavano mentre i suoi capelli le si appiccicavano al viso, bagnati. "Lui... lui non sapeva niente? Vendetta? Determinazione?" i suoi pensieri erano diventati un disordinato turbinio di parole, tutto ciò che aveva pensato fino a quel momento era che non era riuscita ad aiutare suo padre, convincendosi dell'assurda affermazione che era solo colpa sua se suo padre era morto, che avrebbe potuto fermare lei, l'orsa, quando nemmeno suo padre ci era riuscito. La sua era stata solo presunzione ed aveva cominciato a capirlo suolo in quel momento. osa la aveva spinta ad allenarsi così duramente? Non lo sapeva neppure lei, forse solo la sua insensata presunzione, ma no, c'era di più. Le venne in mente il volto di suo padre, quello di sua madre, di sua zia, Kay, Hilmir... forse lo aveva fatto per le persone a cui voleva bene, perché un altra volta non fosse colta impreparata, non voleva che nessun altro la abbandonasse, non voleva rimanere sola, il suo era forse puro egoismo? Faceva tutto quello solo per preservare il suo stato mentale, già scosso dalla perdita di suo padre? Non ci aveva mai pensato, e non ci aveva mai voluto pensare, forse aveva finalmente capito il motivo per cui viveva, proteggere sé stessa proteggendo le persone che aveva a cuore. *Forse... sono solo... egoista e presuntuosa... non lo so...* singhiozzò, si asciugò le lacrime, avevano smesso di scendere, ma un fremito continuava ad impossessarsi del suo corpo, spezzandole la voce. Non riusciva a guardare in faccia Sorùk, fissava il pavimento della grotta, ed incominciò a far scorrere le dita sul ghiaccio, imbarazzata, mentre i tremori si affievolivano.
    Si alzò, camminò verso l'entrata della caverna e si fermò sulla soglia stingendo i pugni. *IO NON LO SO! NON SO PERCHÉ FACCIO TUTTO QUESTO, PROBABILMENTE LA MIA È SOLO PRESUNZIONE ED EGOISMO, VOGLIO PRESERVARE LE VITE DELLE PERSONE CHE MI STANNO ACCANTO SOLO PER LA MIA SANITÀ MENTALE... È molto stupido come motivo, vero?* urlò alla bufera, rivolgendosi infine a Sorùk.
     
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 7 • Mattina Inoltrata
    Sorùk

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    Sorùk era rimasto impassibile davanti alla reazione di Anaya alle sue parole. E gli costò molto non avvinarsi a lei, non tentare di consolarla in qualche modo sapendola preda di quella lotta personale, ma uscirne era solo suo compito e doveva farcela senza il suo aiuto. Così restò a guardarla, impassibile nell’espressione e con il cuore pesante. Per un attimo gli parve addirittura di poter sentire i pensieri della ragazzina ammassarsi l’uno sull’altro, scricchiolando e dibattendosi in cerca di una soluzione che li ospitasse tutti, che desse un senso logico e trovasse un posto adatto ad ogni sensazione e ad ogni avvenimento. Alla fine la un’esplosione fu inevitabile.
    Sorùk la guardò alzarsi e la ascoltò urlare contro la tempesta, era giovane, come anche lui lo era ancora decisamente troppo per riuscire a capire davvero come aiutarla ad affrontare qualcosa che sfuggiva perfino alla comprensione di Anaya stessa.
    Quel “probabilmente” però era un chiaro sintomo della conclusione affrettata a cui era giunta affidandosi ad emozioni disoneste come la rabbia e la frustrazione, ma soprattutto alla maturità della sua età.
    -È stupido soltanto se pensi di valere tanto poco!- le disse però, stavolta il tono di voce si incrinò in una nota amareggiata. Sorùk credeva davvero che fosse una stupidaggine tentare di migliorarsi solo per paura di perdere qualcuno, il cambiamento, lo smussamento di un individuo poteva essere dovuto alle persone che la circondavano e agli eventi che l’avevano coinvolto, ma per essere sincero il miglioramento doveva venire da una presa di coscienza personale che non coinvolgesse la paura di restare soli o la paura di rivivere una brutta esperienza. Quello che Anaya sembrava non comprendere era che migliorarsi per proteggere gli altri non doveva diventare un sentimento egoista, non si doveva infangare una virtù tanto bella con la paura. Una delle prime lezioni che impartivano alla scuola e che Sorùk condivideva era che il dominio dell’acqua si basava sulla benevolenza, affrontare il dominio in altri modi e sfruttarlo per altri scopi portava inevitabilmente al fallimento. Sorùk stesso capì soltanto in quel momento cosa il loro Maestro intendesse dire con quelle parole. Ma questo Anaya non poteva saperlo e la colpa era soltanto sua. Aveva deciso di allenarla saltando una delle tappe più importanti.
    -Ma questa è una risposta che io non posso darti.- concluse, doveva capire da sola il modo giusto di affrontare quella domanda, e lui poteva soltanto offrirle il mezzo. Con calma si mosse di qualche passo per tornare a sedersi vicino al fuoco, sospirò e gettò un altro rametto secco nella morsa delle fiamme.
    -Cosa sai sul dominio dell’acqua Anaya?- le chiese per ultimo. Ora che era riuscito a stabilire un contatto con lei non avrebbe saltato più neanche una lezione.
     
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  14. Ellaena
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    [EXP Anaya: n° exp 4.430 (15r50x2)] [DENARO: 400 TdA DEPOSITATO: 3000 TdA conto ABBIGLIAMENTO: tunica celeste abbastanza lunga, cintura di stoffa bianca con dei ricami zaffiro, pantaloni azzurro ghiaccio, stivaletti di pelle marroni, pelliccia blu scuro] [EV: 600, ABILITA': nessuna, ARMATURA: nessuna, ARMI: nessuna] Stats PG: Atk: 900 Def: 700 Vel: 300
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12, POST 66, mattina inoltrata

    *Valere... poco?* ripetè voltandosi, per incollare il suo sguardo su Sorùk. Aveva trovato le parole per descrivere finalmente i suoi sentimenti. *Dici che la mia vita valga davvero la pena di essere vissuta?* si lasciò sfuggire. "Sono sicura che lui voglia aiutarmi, se non fosse così non si comporterebbe in questo modo... però lui non conosce la mia storia, quindi forse sarebbe meglio raccontargliela, anche se è doloroso... Si sedette a gambe incrociate vicino al fuoco ed ignorò volutamente la domanda di Sorùk. *Hai voglia di ascoltare una pessima cantastorie raccontarti la sua storia? Dicono che faccia bene estromettere i sentimenti più bui, le paure e gli incubi, quindi lo farò con te... Se non mi vuoi ascoltare sei libero di interrompermi o di tapparti le orecchie...*, raccolse i suoi pensieri e sospirò. *Quando ero più piccola ero molto diversa da come sono adesso. Mio padre era un commerciante e nel tempo libero cacciatore e non ce la passavamo male, eravamo una famiglia felice. Un giorno mentre giocavo con altri bambini del villaggio, compreso Kay, ci aggredì un enorme cane-orso polare femmina, perché pensava che volessimo i suoi tre cuccioli... Fortunatamente e sfortunatamente arrivò mio padre che combatté l'orsa con il suo dominio ed un coltello per scuoiare le bestie, alla fine ci annegò insieme, entrambi feriti mortalmente. Gli altri uomini arrivarono troppo tardi. E tutto questo davanti a me. All'inizio incolpai i ritardatari, poi incolpai me stessa, chiudendomi nella presunzione che lo avrei potuto aiutare.* Anaya sospirò, aveva fatto meno male del previsto, ma alla fine si sentì trafiggere i cuore.
     
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    ANNO -2, MESE 4, GIORNO 12 POST 8 • Mattina Inoltrata
    Sorùk

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    *Dici che la mia vita valga davvero la pena di essere vissuta?*
    Sorùk annuì quasi impercettibilmente quando invece di rispondergli fu Anaya a porgergli una domanda.
    -Qualsiasi vita vale la pena di essere vissuta, anche quella che può sembrare la più misera a un suo valore!- disse convinto senza alcun “ma” a porre delle condizioni. Il racconto che infine Anaya decise di condividere con lui fu breve ma intenso, e bastò osservare il modo in cui i suoi occhi si oscuravano mano a mano che le parole le uscivano di bocca per fargli capire quanto a fondo in realtà stesse scavando per esprimersi davanti a lui. Di nuovo Sorùk si sentì stringere il cuore e non per la compassione che avrebbe potuto muovere l’idea di una ragazzina costretta a subire una cosa simile, ma perché aveva compreso cosa significasse per lei riuscire a parlarne apertamente: farsi carico davanti a qualcun altro di quella che credeva essere una sua responsabilità, la sua colpa.
    Il dominatore spezzò il contatto con lo sguardo blu di Anaya solo per un istante al termine della storia, non era facile far comprendere a una persona che aveva vissuto un’esperienza simile che alcune circostanze andavano ben oltre la volontà o la responsabilità dell’uomo. A volte le cose accadevano e basta e la colpa non era di nessuno se non della coincidenza degli eventi.
    -Non avresti potuto aiutarlo.- disse piano, ma probabilmente quelle erano parole che in molti le avevano già detto più e più volte. Si sforzò quindi di trovare qualcosa di migliore che delle frasi fatte apparentemente superficiali, di fornirle una spiegazione a ciò che quell’affermazione significava per lui.
    -Ci sono cose che accadono senza alcun motivo e per colpa di nessuno. Eventi terribili il più delle volte, e che sono in grado di lasciare una profonda cicatrice nelle persone che ne diventano protagoniste.- fece un’altra pausa, ma per quanto si sforzasse non c’era una via facile da percorrere per dire ciò che andava detto, -Combattere queste cose, questi eventi, non è possibile, non quando si verificano. Quello che invece si può fare è trovare il modo più giusto per sopravvivere ad essi e alle amare conseguenze che ci impongono.- corrucciò appena lo sguardo sperando con tutto se stesso che Anaya potesse trovare una qualche utilità nelle sue parole.
    -Attribuirsi la colpa di qualcosa che non può dipendere da noi è pura ostinazione a non voler accettare quelle conseguenze e quindi il modo peggiore per crogiolarsi nel proprio dolore.- tornò a cercare lo sguardo della ragazzina dopo quelle parole, soltanto per farle capire che credeva in ogni singola parola che le aveva appena detto, che non le stava servendo una minestra fredda, ma un modo per uscire da quel terribile senso di colpa.
    -Puoi usare la tua esperienza per alimentare la tua paura di perdere chi hai intorno…- disse poi alzandosi e andando a recuperare la statuina del pinguino foca e mostrandogliela di nuovo, -Oppure puoi usarla per onorare le azioni di tuo padre evitando di fare del suo sacrificio una maledizione per te stessa!- concluse.
    Aveva molte potenzialità, ma le stava sfruttando nel modo sbagliato e per il motivo sbagliato, e questo non l’avrebbe aiutata a migliorarsi ma soltanto a logorarla dentro. Scolpire quella statuina sbilenca e scegliere proprio quell’animale doveva aver avuto un significato per lei. Probabilmente il pinguino foca gli ricordava suo padre e forse quella era stata la prima volta che aveva affrontato il suo ricordo con serenità ricavandone dei risultati positivi attraverso le proprie capacità.
     
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